Il 7 maggio il Fertility Day per il Piano Fertilità
È un’Italia sempre più anziana, la nostra. Un’Italia in cui sempre più coppie si trovano a dover affrontare problemi di sterilità, affidandosi alla procreazione medicalmente assistita e sperando di trovare, nella fecondazione artificiale, una risposta ai loro problemi. In un momento così ‘difficile’, è importante la risposta del governo: ed è così che Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha annunciato l’arrivo del Piano Fertilità.
Cos’è il Piano Fertilità
Il 7 maggio 2016 si terrà il ‘Fertility Day’, giorno dedicato ai problemi di infertilità, per spiegare, insegnare, informare i cittadini in merito al problema di chi non riesce ad avere figli in maniera naturale. Secondo la Lorenzin, si tratta di “un programma di salute pubblica e di prevenzione. Per informare i cittadini e metterli in condizione di fare scelte libere e consapevoli” e per mettere la questione ‘fertilità’ al centro delle politiche sanitarie italiane.
Arriva in Italia il Piano Fertilità: il 7 maggio 2016 si terrà il Fertility Day.
Durante il ‘Fertility Day’, ampio spazio sarà dato all’informazione sulla fecondazione eterologa, ed alla possibilità che le coppie infertili hanno di concepire grazie a questa tecnica che in Italia è concessa solo dal 9 aprile scorso.
Si parlerà quindi di fecondazione eterologa, partendo dal 9 aprile 2014, data in cui la Consulta ha emesso una sentenza nella quale si è stabilito che il diritto ad avere figli fosse intimo, privato ed incoercibile, e grazie alla quale è caduto il divieto di accedere all’eterologa in Italia. Essa si distingue dalla fecondazione omologa perché, a differenza di quest’ultima, ovulo femminile o seme maschile non appartengono alla coppia ma sono estranei ad essa: si fa quindi affidamento ad un donatore esterno.
Tra le ‘regole’ per accedere alla fecondazione eterologa, quelle che riguardano i donatori – che devono avere un’età compresa tra i 18 e i 45 anni se di sesso maschile, tra i 18 ed i 35 se di sesso femminile – e quelle che riguardano i riceventi (le donne non possono accedervi gratuitamente se di età superiore ai 43 anni).
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