Gonadotropine per infertilità: approccio personalizzato è fondamentale

L’importanza dell’approccio personalizzato con uso di gonadotropine per infertilità

Una coppia che decide di avere un figlio, al giorno d’oggi, si ritrova a dover combattere talvolta contro un mostro feroce e molto forte: l’infertilità. Si tratta a tutti gli effetti di una vera e propria patologia che, nel corso degli ultimi anni, sembra essersi rafforzata e diffusa in maniera molto importante a livello globale: i dati confermano che il 17,5% delle persone adulte (1 persona su 6) in tutto il mondo soffra di questa patologia che gli esperti sostengono sia in forte aumento. Solo nel nostro paese, ad oggi è il 15% delle coppie ad avere disturbi di fertilità e la maggior parte di queste coppie si rivolge alla scienza ed alla medicina per trovare una soluzione. Tuttavia, ciò su cui oggi è importante soffermarsi è non solo l’importanza delle procedure di PMA (e l’importanza di renderle più accessibili) ma anche i metodi che consentono di contrastare i disordini della fertilità per consentire alle coppie infertili di accedere ad un trattamento che sia il più possibile personalizzato. Un metodo interessante e recente è quello che fa uso di una nuova formulazione di menotropina: vediamo di cosa si tratta.

Gonadotropine per infertilità: approccio personalizzato

Gonadotropine per infertilità

Gonadotropine per infertilità: è importante che vi sia un approccio personalizzato.

Un approccio personalizzato per contrastare l’infertilità potrebbe sicuramente consentire al nostro paese di rialzare la testa in fatto di natalità: se è vero, infatti, che l’infertilità sta aumentando è altrettanto vero che molte volte la “colpa” è specialmente del ritardo nell’età media della prima gravidanza, per cui molte coppie ignorano (volenti o meno) i limiti biologici e si trovano a concepire un figlio oltre i 40 anni di età.

Per quanto riguarda la donna, il limite biologico è molto importante perché, come sappiamo, la riserva ovarica si riduce drasticamente con il trascorrere dell’età e questo significa che è molto importante che si promuova una sorta di rieducazione su temi come la maternità, i suoi limiti e le responsabilità che gli ormoni hanno su di essa. Tuttavia, seppur molto di meno rispetto a quanto avviene alle donne, anche gli uomini possono essere colpiti da una minore capacità riproduttiva con il trascorrere degli anni, e ciò che molti ignorano è che questo significa anche una minore riuscita del percorso di fecondazione assistita.

L’età rappresenta, quindi, il fattore chiave per la fecondazione assistita anche per quanto riguarda la stimolazione ovarica che si effettua alle donne per aumentare la produzione di follicoli maturi e rendere così più facile la fecondazione in laboratorio. Le gonadotropine sono fondamentali in tal senso, perché sono degli ormoni che stimolano le ovaie e rendono possibile l’accesso alla PMA anche a quelle donne che ormai si trovano in una condizione di scarsa riserva ovarica.

Ciò che oggi emerge da ultimi interessanti studi è che un accesso personalizzato alla stimolazione con iniezione sottocute di gonadotropine è di grande supporto perché garantisce a tutti gli effetti un approccio ottimale per ciascuna paziente. Poiché, infatti, i fattori che incidono sulla risposta della singola paziente alla stimolazione sono tanti (età, ma anche riserva ovarica, indice di massa corporea, risposta a cicli precedenti) è molto importante calibrare il dosaggio degli ormoni e quindi personalizzare il trattamento.

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Fecondazione Eterologa Italia

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