Turismo riproduttivo e scelta della nazione: non è casuale

Nel turismo riproduttivo la scelta della nazione non è casuale

Secondo recenti indagini che riguardano il settore della procreazione medicalmente assistita, la Francia e l’Italia sono tra le prime nazioni a richiedere l’accesso a trattamenti di PMA eseguiti in Spagna: infatti, secondo questi dati, il numero dei cicli di trattamento a cui ci si sottopone in Spagna nel 2019 è stato parecchio elevato, soprattutto facendo riferimento alle due nazioni europee, quella francese e quella italiana, sia per trattamenti con embrioni congelati, sia per i metodi che includono embrioni freschi. Ma la Spagna non è l’unica meta scelta dalle coppie con problemi di infertilità che non vedono una facile e veloce risoluzione del problema nel loro paese: tra le altre nazioni, infatti, spuntano anche la Danimarca, il Belgio e la Repubblica Ceca. Evidenziato che i motivi per cui si alimenta, nonostante tutto, il fenomeno del turismo riproduttivo, sono soprattutto riferiti all’abbattimento di molte barriere (legali, burocratiche, anagrafiche, o etiche, ma anche facenti riferimento ai tempi), la scelta della meta specifica dipende sostanzialmente dalla capacità di quella meta di soddisfare un bisogno specifico.

Nel settore del turismo riproduttivo la nazione in cui eseguire il trattamento non è scelta casualmente

Turismo riproduttivo e scelta della nazione: non avviene in modo casuale ma è dettata da bisogni specifici.

Insomma, andare in Spagna per ottenere un trattamento di PMA non è la stessa cosa che recarsi in Danimarca, per esempio: la scelta del paese è dettata per lo più dalle caratteristiche che quel paese presenta in quel dato settore, e dalla capacità che la nazione scelta ha di soddisfare bisogni particolari.

Prendendo in esame l’anno 2019, si è notato che in Spagna ben il 54,3% dei trattamenti di PMA a cui si sono sottoposti i pazienti provenienti dall’estero riguardava per lo più la donazione di ovuli; in secondo luogo, poi, si trovavano la donazione di spermatozoi e l’inseminazione artificiale. In questo caso, quindi, nel 2019 chi si è rivolto a cliniche presenti in Spagna lo ha fatto soprattutto per via della più numerosa offerta di ovociti, quando magari in Italia essi erano insufficienti a coprire le richieste.

Un altro dato interessante in merito è quello che prende in esame il 2017 ed il rapporto tra domanda e offerta in Repubblica Ceca: il 99,7% delle donatrici di ovuli erano residenti nel paese, mentre l’86,3% dei riceventi provenivano da richieste straniere.

In Danimarca, invece, è molto in voga la donazione di sperma: secondo i dati ottenuti nel settore, infatti, il 55,5% delle inseminazioni da donatori di seme ha riguardato richieste provenienti da donne straniere.

Queste considerazioni ci consentono quindi di comprendere due cose nello specifico: da un lato abbiamo dei dati in più per comprendere che il turismo riproduttivo continua a tenere banco, nonostante le leggi italiane siano relativamente più morbide e più accomodanti, almeno da quando è entrata in voga la modifica alla legge 40 sulla fecondazione eterologa; dall’altro, che la scelta della nazione a cui rivolgersi non è mai casuale, ma dipende per lo più dalla capacità di quella nazione di soddisfare un bisogno specifico. Chi necessita di donazione di ovuli si rivolgerà principalmente alla Spagna, mentre chi ha più bisogno di donazioni di seme si rivolgerà per lo più alla Danimarca, con tutte le conseguenze (anche economiche) del caso.

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Fecondazione Eterologa Italia

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