Ripresa della PMA post covid 19: alcuni numeri

Ripresa della PMA post covid 19: ecco alcuni numeri

In seguito  all’arresto che si è verificato con il Covid 19, nel 2021 è stata osservata una leggera ripresa dell’uso delle varie tecniche di procreazione medicalmente assistite, sia relativamente a quelle di I livello, sia quelle di II e III livelli (pertanto, sia le procedure di inseminazione che quelle di fecondazione in vitro): questa ripresa ha riguardato, nel tempo, sia la fecondazione assistita di tipo omologo (cioè quella che fa uso dei gameti appartenenti alla coppia), sia la fecondazione eterologa, che fa riferimento ai gameti estranei alla coppia. Per dare qualche numero, le coppie che sono state trattate sono passate da circa 65 mila a oltre 85 mila, con un aumento dei cicli effettuati e di bambini nati vivi: questi numeri sono relativi ai dati che abbiamo ottenuto in seguito alla Relazione del ministro della Salute.

Numeri e dati relativi alla ripresa della PMA post covid 19

Ripresa della PMA post covid 19

Ripresa della PMA post covid 19: interessanti numeri che testimoniano il ritorno all’uso di queste procedure.

Se è vero che in seguito al Covid 19 si è verificata una ripresa inizialmente leggera dell’uso di procedure di PMA, è anche vero (e lo testimoniano anche i numerosi tavoli tecnici dedicati alla questione, specie negli ultimi tempi) che è importante proseguire sia con l’informazione relativa all’importanza della ricerca, sia con la promozione di campagne che forniscano anche supporto economico alle Regioni e risorse finanziarie per la procreazione medicalmente assistita.

Fornire a tutti gli stessi diritti: questo sembra essere l’interesse comune, in un’ottica che prevede il miglioramento dei vari percorsi di prevenzione ma anche di accesso ai trattamenti contro l’infertilità, accesso che deve essere il più possibile omogeneo, al fine di dare a tutte le coppie che necessitano di trattamenti una risposta non solo adeguata e basata sugli specifici problemi, ma anche veloce. È fondamentale, a questo proposito, ricordare che l’età può essere un limite molto importante, non solo per la donna ma anche per l’uomo: anche se il problema, in questo caso, riguarda soprattutto la parte femminile della coppia (che, se più in avanti con l’età può essere soggetta ad un invecchiamento degli ovociti graduale ma repentino, e quindi anche ad una risposta minore alle sollecitazioni ormonali), è provato che anche la qualità del seme maschile risente di fattori ambientali e dell’età dell’uomo.

Secondo quanto emerge dai documenti ad oggi presenti in merito, l’età media delle donne che si sottopongono ai trattamenti con gameti della coppia è di circa 36,8 anni, ma cala la percentuale di donne che hanno più di 40 anni e che si sottopongono alle stesse tecniche: secondo gli esperti, è interessante ricordare che l’ovodonazione sia una tecnica utilizzata soprattutto a causa della fisiologica infertilità che subentra con l’età avanzata, e molto di meno per patologie specifiche.

Author Info

Fecondazione Eterologa Italia

Lo Staff che collabora alla gestione editoriale del Portale è formato da Autori non professionisti che producono contenuti creativi e coinvolgenti e da medici che assicurano la qualità e la veridicità delle informazioni riportate sui testi. Per ulteriori info: CHI SIAMO

Non ci sono commenti

Lascia un commento