Obesità e PMA: quali sono i gradi di successo?

Obesità e PMA: si abbassa il livello di successo

L’obesità rappresenta, al giorno d’oggi, un problema molto serio dal punto di vista della salute. Infatti, soffrire di questa malattia cronica (che può avere cause genetiche, endocrine, metaboliche ed ambientali) è invalidante sotto molti punti di vista, non ultima la fertilità femminile. Infatti, è stato ampiamente riscontrato che nelle donne che ne soffrono, i meccanismi che possono influenzare la riproduzione femminile sono tanti ed anche molto complessi, con conseguenze importanti dal punto di vista endocrino e follicolare (difficoltà ed irregolarità nell’ovulazione), e chiaramente anche riguardanti lo sviluppo uterino ed embrionario.

Soffrire di obesità mette a rischio la PMA?

Secondo quanto emerge da una recente classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) relativa alle categorie di BMI, si definiscono obese tutte le persone appartenenti al gruppo D della classificazione, e cioè quelle persone che hanno un BMI ≥30 kg/m2.

Obesità e PMA: la correlazione tra i tassi di insuccesso e l’obesità potrebbe essere rilevante.

L’obesità femminile, inoltre, può essere un freno importante alla fertilità: diversi meccanismi possono insorgere a seguito di questa patologia cronica, meccanismi che possono rendere difficoltoso il normale processo di sviluppo follicolare ed ovulatorio, e quindi rendere molto più complesso riconoscere il momento dell’ovulazione, proprio a causa di una irregolarità mestruale dovuta a questo processo. È quindi comprensibile che, rimanere incinta in una condizione come questa, sia alquanto complicato.

Inoltre, vi sono altri disturbi che possono essere direttamente connessi con questo problema. Anche qualora una donna obesa riuscisse a rimanere incinta in modo naturale o per mezzo della fecondazione assistita, entrerebbero in gioco tutte quelle problematiche che possono essere anche correlate all’obesità e che rendono più gravoso affrontare una gravidanza. Parliamo, in questo caso, di diabete gestazionale e di ipertensione e pre-eclampsia, fattori che devono essere sempre sotto stretto controllo medico.

Ma qual è il punto relativamente alla fecondazione assistita?

In merito alla correlazione tra obesità e PMA sono stati portati avanti diversi studi, alcuni dei quali suggeriscono una maggior attenzione agli effetti negativi sulla fertilizzazione e sul clivaggio embrionario. Nonostante non tutti gli studi e le indagini scientifiche siano d’accordo, molti centri per la fecondazione assistita sottolineano l’importanza di condurre uno stile di vita sano ed equilibrato e prepararsi in tal senso prima di ricorrere alla PMA: è infatti comunque riportato un tasso di gravidanza e di nascita minore nelle donne obese (ma anche nelle donne sottopeso) rispetto alle donne normopeso, situazione, questa, che merita di essere presa in considerazione.

In una donna obesa, infatti, vi sono delle possibilità inferiori di ottenere una gravidanza, anche a causa di una compromissione della qualità ovocitaria e del normale sviluppo degli embrioni. Inoltre, una compromissione della maturazione e della qualità degli ovociti è stata di recente legata ad un maggiore tasso di insuccesso dell’impianto.

Ne consegue che uno stile di vita più sano ed equilibrato (associando l’attività fisica ad una dieta equilibrata) possa essere un valido strumento per contrastare e per prevenire l’infertilità, ma anche tutte quelle problematiche della gravidanza che possono derivare da una condizione di obesità.

Author Info

Fecondazione Eterologa Italia

Lo Staff che collabora alla gestione editoriale del Portale è formato da Autori non professionisti che producono contenuti creativi e coinvolgenti e da medici che assicurano la qualità e la veridicità delle informazioni riportate sui testi. Per ulteriori info: CHI SIAMO

Non ci sono commenti

Lascia un commento