La Spagna dice no all’utero in affitto: una pratica aberrante
La Spagna dice no all’utero in affitto: una pratica che è ritornata alle cronache nelle ultime settimane e di cui si è infatti molto parlato, analizzando il possibile programma dedicato, da cui è emerso che la posizione del governo spagnolo è assolutamente negativo. È quanto emerge dalle ultime notizie che provengono dal governo di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias.
La Spagna contro l’utero in affitto: si parla di sfruttamento riproduttivo
La Spagna dice no all’utero in affitto: è una pratica aberrante, che mira allo sfruttamento riproduttivo.
A quanto pare, quella parte di Spagna che avrebbe preferito l’insorgenza di nuove pratiche per la fecondazione assistita (come appunto quella relativa all’utero in affitto) dovrà ancora aspettare. Infatti, quel che è emerso negli ultimi giorni in merito è che la pratica dell’utero in affitto (o “pance a noleggio”, così come viene chiamata questa pratica) è considerata aberrante e proiettata allo sfruttamento femminile e riproduttivo.
È proprio uno dei programmi di governo: al paragrafo 7 del capitolo interamente dedicato alle Politiche femministe, si legge proprio tutta un’intera parte dedicata al No (ed ai motivi di questa scelta), in quanto tale tecnica è evidenziata in una più rilevante pratica di sfruttamento riproduttivo dal momento che la donna porta a termine la gravidanza per conto terzi, dietro pagamento.
La donna che porta a termine la gravidanza e che presta quindi il suo utero per tale causa (laddove il termine prestito potrebbe essere comunque considerato non del tutto corretto) viene chiamata madre surrogata; la coppia committente, invece, è identificata come genitori intenzionali.
Dalle parole che si evincono dalle decisioni del governo emerge quindi che tale pratica di sfruttamento riproduttivo viene vietata dalla legislazione in quanto “mina i diritti delle donne, soprattutto di quelle più vulnerabili. E per questo, agiremo di fronte alle agenzie che offrono questa pratica sapendo che è vietato nel nostro paese”.
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