Fecondazione assistita: si dia inizio alle regole
La fecondazione assistita è quel tipo di fecondazione che prevede l’uso di gameti interni alla coppia in alcuni casi di infertilità (si chiama in questo caso fecondazione omologa) e l’uso di ovocita e seme prelevati da donatori esterni in altri casi (si chiama fecondazione eterologa). Se per il primo tipo di fecondazione non ci sono stati limiti e divieti, lo stesso non si può dire per l’eterologa, che è fattibile in Italia solo a partire dal 9 aprile 2014. È da questa data che la Corte di Cassazione ha stabilito che la fecondazione eterologa dovesse essere garantita a tutte le coppie infertili, perché il diritto di avere figli è sacrosanto ed incoercibile. Ma vediamo come sono cambiate le cose e che regole sono applicate oggi alla fecondazione assistita.
Alcune regole della fecondazione assistita
Per una coppia infertile, sottoporsi ad un trattamento di fecondazione eterologa in Italia era un miraggio, solo fino a due anni fa: le coppie infertili che si volevano sottoporre a questi trattamenti erano costrette a recarsi in cliniche straniere, con un cospicuo dispendio economico, ma anche psicologico e materiale.
Fecondazione assistita: alcune delle regole fortemente volute dal Ministero della Salute.
Oggi, grazie alla sentenza 162 della Consulta, tutte le coppie infertili possono accedere all’eterologa, sebbene con alcune regole definite dal Ministero della Salute. Ovvero:
- La fecondazione assistita eterologa è possibile solo quando “uno dei due genitori è sterile e, per arrivare a una gravidanza, occorre usare un gamete, un ovulo o uno spermatozoo, di una terza persona” .
- In caso di patologie ereditarie, è possibile sottoporsi all’eterologa solo se uno dei due è portatore di malattie e infezioni gravi. Se entrambi sono malati, non è possibile sottoporsi al trattamento.
- Bandita la ‘selezione’ del figlio perfetto. Non è possibile scegliere il donatore, né le possibili caratteristiche fisiche e genetiche del futuro figlio.
Non ci sono commenti