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Incinta con la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) dopo un aborto spontaneo

Si può ottenere una gravidanza con la PMA dopo un aborto spontaneo?

La PMA(Procreazione Medicalmente Assistita) può essere un metodo utile per ottenere una gravidanza dopo un aborto spontaneo. Subire un’interruzione involontaria di gravidanza è sempre un evento drammatico ma lo è soprattutto per una donna non più giovanissima che sente l’inesorabile ticchettio del proprio orologio biologico. Se poi l’aborto è conseguente a un’anomalia genetica, ecco allora che la fecondazione assistita associata alla diagnosi preimpianto rappresenta l’unica speranza, la via di uscita dall’incubo di non poter mai essere madre.

 


  • 1Aborto spontaneo: quali sono le cause?

L’interruzione involontaria di gravidanza può essere causata da molti fattori, primi fra tutti le anomalie genetiche e le malformazioni fetali, in alcuni casi talmente gravi da non essere compatibili con la vita. L’aborto spontaneo può essere inoltre causato da svariati disturbi congeniti oppure acquisiti durante la gestazione come la trombofilia, un’alterazione della normale coagulazione sanguigna che aumenta il rischio di trombosi con tutte le conseguenze, chiaramente critiche, del caso.

Tra le più comuni cause materne spiccano invece le alterazioni dell’utero, alcune patologie endocrine o metaboliche e le infezioni gravi, una su tutte quella da citomegalovirus da sempre temutissima dalle future mamme. Infine anche l’età del partner, specialmente se ha più di 50 anni, può essere considerato un fattore di rischio. Da alcuni studi è infatti emerso che se il padre ha più di 45 anni la possibilità di aborto spontaneo cresce esponenzialmente fino a raddoppiare. Tale rischio può essere però azzerato facendo ricorso alla fecondazione eterologa che prevede la donazione di gameti maschili esterni alla coppia, ovviamente tenendo conto dei risvolti psicologici che questa scelta comporta per il futuro padre.

In sintesi tra i principali fattori di rischio dell’interruzione involontaria di gravidanza rientrano:

  • età materna superiore ai 35 anni ed età paterna superiore ai 45 anni;
  • anomalie degli organi riproduttivi, quali fibromi, utero doppio, tessuto cicatrizzale, ecc
  • sindrome dell’ovaio policistico;
  • infezioni contratte durante la gestazione;
  • malattie tiroidee mal gestite, indipendentemente dal fatto che siano preesistenti o conseguenti alla gravidanza;
  • diabete gestazionale e no;
  • alcuni disturbi come l’ipertensione arteriosa, la celiachia e il lupus eritematoso sistemico non adeguatamente trattati durante la gravidanza;
  • anomalie genetiche e alterazioni cromosomiche;
  • incompatibilità tra Rh materno e fetale.

Quali sono i sintomi di aborto spontaneo?

I sintomi dell’aborto posso essere diversi: in alcuni casi si verificano dolori addominali con perdite ematiche più o meno abbondanti. In altri casi (aborto interno) non ci sono sintomi, e l’ecografia è l’unico modo per accertare la diagnosi.


  • 2Di nuovo incinta dopo un aborto? Sì ma con la giusta diagnosi e tempistica.

Il buon senso vorrebbe che prima di rimanere di nuovo incinta dopo un aborto spontaneo si indaghi scrupolosamente sulle cause che l’hanno determinato, ma non sempre è così. Tuttavia per chi sceglie un percorso di PMA questa è la prassi, ancor più se in presenza di aborti ricorrenti.

Prima di cercare una nuova gravidanza è dunque fondamentale arrivare a una diagnosi conducendo esami approfonditi per rilevare eventuali anomalie genetiche e strutturali che potrebbero aver compromesso la precedente gestazione.

Quali? Senz’altro:

  • esame di diagnostica per immagini, quali ecografia o isteroscopia, per valutare la presenza di fibromi uterini o alcune anomalie strutturali;
  • test genetici per verificare la presenza di anomalie genetiche;
  • esami del sangue per cercare ed eventualmente escludere alcuni disturbi assai rilevamenti durante la gravidanza come il diabete, i problemi della tiroide e ormonali. E ancora la preeclampsia, l’insufficienza placentare e la sindrome degli anticorpi antifosfolipidi, anche nota come sindrome di Hughes, una malattia autoimmune caratterizzata dalla rapida comparsa di trombosi e associata ad aborti ricorrenti.

Sebbene dopo un aborto spontaneo sia fisiologicamente possibile restare incinta abbastanza presto, secondo le linee guida dell’OMS bisognerebbe aspettare almeno 6 mesi prima di cercare una nuova gravidanza. In sostanza il periodo di tempo necessario per garantire il pieno ripristino della funzionalità ovarica e aumentare le probabilità di portare a termine la gravidanza.

Indipendentemente dalle tempistiche consigliate, ciò che conta davvero prima di intraprendere una nuova gravidanza è ritrovare il benessere psicofisico della coppia, che avrà bisogno dei suoi personalissimi tempi per metabolizzare la perdita e trovare il coraggio di riprovare ad avere un figlio.


  • 3Diagnosi preimpianto: uno strumento utile contro l’interruzione di gravidanza.

Una delle principali cause di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza è la presenza di una o più anomalie nel corredo cromosomico del feto che si rivelano incompatibili con la vita.
Fortunatamente, nel caso specifico della fecondazione in vitro, tale rischio può essere contenuto facendo ricorso alla diagnosi genetica preimpianto. Questa tecnica che consente di individuare e scartare gli embrioni anomali, selezionando quindi solo quelli sani da impiantare nell’utero della paziente, può infatti prevenire la trasmissione di malattie genetiche o alterazioni cromosomiche all’embrione riducendo significativamente la possibilità di subire un’interruzione involontaria di gravidanza.

 


  • 4Inseminazione artificiale e ovodonazione per ridurre il rischio di aborto.

Le probabilità di produrre ovociti o spermatozoi con alterazioni cromosomiche aumentano considerevolmente con l’avanzare dell’età. Già dopo i 30 anni infatti gli ovociti iniziano a invecchiare con il rischio di accumulo nel loro DNA di mutazioni genetiche più o meno importanti, mentre per quanto riguarda l’uomo sebbene il processo di produzione degli spermatozoi non si interrompa con il procedere degli anni tende comunque a ridursi e a perdere di qualità.

Nel caso in cui entrambi i genitori siano in là con l’età la diagnosi preimpianto potrebbe non bastare. Non solo per eventuali anomalie dello sperma ma anche per la possibilità, per nulla remota, che dopo l’analisi mediante screening genetico preimpianto tutti gli embrioni risultino cromosomicamente anomali e quindi inidonei al trasferimento in utero. In questi casi, messo da parte il dolore emotivo che ne consegue, si può pensare all’inseminazione artificiale e all’ovodonazione, due tecniche utili per scongiurare il rischio di trasmissione di malattie genetiche al nascituro e anche di aborto spontaneo grazie all’utilizzo di sperma e ovuli provenienti da donatori giovani e in salute.

Nel caso di aborto spontaneo, specialmente se ripetuto nel tempo, a causa di una sorta di incompatibilità cromosomica fra i partner, la soluzione più giusta per chi sogna una nuova gravidanza è la fecondazione assistita con tecnica di ovodonazione. Secondo recenti studi, infatti, una scelta accurata della donatrice di ovociti geneticamente compatibile con l’utero della ricevente ridurrebbe il tasso di aborto spontaneo di oltre l’80%.

In ogni caso è bene sottolineare che la procreazione medicalmente assistita può essere di aiuto per ridurre le probabilità di interruzione di gravidanza per cause cromosomiche o genetiche, mentre non può nulla contro le patologie materne o eventuali infezioni contratte durante i nove mesi di gestazione. Di conseguenza, una volta realizzato il sogno di rimanere incinta, è fondamentale sottoporsi a controlli ed esami periodici durante tutta la gravidanza.

 

  • 5Tasso di aborto spontaneo nelle procedure di PMA.

Il tasso di aborto spontaneo nel caso di pazienti rimaste incinta con PMA è più o meno analogo a quello di una gravidanza naturale, non certo però per cause genetiche vista la diagnosi preimpianto, e aumenta in base all’età materna. Maggiore è l’età della donna che esegue il trattamento, maggiore sarà il rischio di incorrere in situazioni che potrebbero portare alla morte del feto.

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il tasso di aborto presenta le seguenti frequenze:

  • nelle procedure di FECONDAZIONE OMOLOGA: il tasso di aborto spontaneo medio è del 19,9%. Tale tasso scende al di sotto del 20% quando la donna ha un’età inferiore ai 35 anni e sale fino al 40% quando la donna supera i 40 anni;
  • nelle procedure di FECONDAZIONE ETEROLOGA: il tasso di aborto spontaneo medio è del 20,7%.

Secondo i dati del Registro Nazionale PMA dell’Istituto Superiore di Sanità il tasso medio di aborto per le gravidanze ottenute dall’applicazione di tutte le tecniche di PMA di secondo e terzo livello in Italia è del 24,0% (ultimo periodo rilevato 2022).

 

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Fecondazione Eterologa Italia

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