Il problema più importante dell’eterologa: mancano ancora donazioni di gameti
Qonostante le varie modifiche effettuate alle leggi sulla fecondazione assistita eterologa – che oggi, in Italia, è possibile svolgere grazie alla sentenza numero 162 con la quale la Consulta si espresse, nel 2014, per allontanare tutti i veti proprio sull’eterologa nel nostro paese – pare che ancora vi siano dei meccanismi da prendere in considerazione e da modificare.
La donazione di gameti, ed in particolare di ovuli, rappresenta ad oggi il problema più importante della fecondazione eterologa
Il problema più importante per la fecondazione eterologa: c’è assenza di donazioni.
Meccanismi, come la donazione dei gameti, che in Italia non sembrano ancora, purtroppo, funzionare nella maniera giusta e che per questo motivo comportano diverse difficoltà soprattutto ai centri ed alle strutture, che non riescono così come vorrebbero a garantire il numero di trattamenti desiderato.
Il problema della donazione dei gameti, ed in particolare quello relativo alla donazione degli ovuli, non è da prendere sottogamba perché esso rappresenta anche un problema di tipo economico, oltre che “sociale”. Perché da un lato, esso è un problema sociale in quanto le coppie non riescono sempre facilmente o con dei tempi accettabili ad ottenere la realizzazione del loro desiderio, che è quello di avere un figlio; economico, perché la struttura che potrebbe proporre la fecondazione eterologa ad un gran numero di coppie – perché pronta sistematicamente a farlo – non riesce a sopperire alle richieste a causa della scarsezza di gameti, ed in particolare di ovuli.
E questo significa che le strutture, per sopperire a queste gravi mancanze, devono procedere ad acquistare gli ovuli all’estero, alimentando così un problema economico importante per un’Italia che non riesce ad essere autonoma e indipendente. Inoltre, il problema è ancora più importante di quanto non si pensi perché una coppia che non riesce ad avere figli è spesso disposta anche a recarsi altrove per realizzare il suo sogno, e questo significa ancora una volta alimentare il pericoloso fenomeno del turismo riproduttivo.
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