Il perché del turismo riproduttivo e dell’emigrazione sanitaria

Il perché del turismo riproduttivo e dell’emigrazione sanitaria oggi

Il fenomeno del turismo riproduttivo è stata un’abitudine molto diffusa fino a qualche anno fa, quando la legge italiana non prevedeva la possibilità per le coppie infertili di accedere ai trattamenti di fecondazione eterologa: le disposizioni degli ultimi anni che hanno modificato la legge 40/2004 hanno infatti portato ad un cambiamento per queste coppie che hanno ottenuto la possibilità di accedere a questi trattamenti senza recarsi all’estero. Questo è vero, almeno sulla carta. Perché ancora oggi siamo di fronte a diverse difficoltà che le coppie hanno nei riguardi della fecondazione assistita in Italia, difficoltà che, se non vengono superate, possono continuare a contribuire il fenomeno dell’emigrazione sanitaria in campo procreativo da un lato, e quello della denatalità dall’altro.

Perché continua ad esistere il turismo riproduttivo come fenomeno di massa?

Il perché del turismo riproduttivo: quali sono i motivi per cui resiste l’emigrazione sanitaria nel campo della PMA.

Recenti studi ammettono che il 5% dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita che al giorno d’oggi vengono effettuati necessitano di spostamenti verso destinazioni estere. Tra le più ricercate vi sono senza dubbio la Spagna, la Danimarca, il Belgio, ma anche la Repubblica Ceca, mentre è bene sottolineare che la provenienza dei pazienti avviene per lo più da Francia e Italia.

I motivi per cui ci si sposta più frequentemente da queste nazioni verso gli stati sopra citati sono i più disparati, ma senza alcun dubbio il più importante riguarda la praticità dei trattamenti, con snellimenti burocratici interessanti e principalmente con velocità effettiva delle varie fasi e dei vari passaggi. Anche se, al giorno d’oggi, in Italia possiamo contare su una legge più vicina alle effettive necessità delle coppie, occorre comunque sottolineare che molti sono gli ostacoli che continuano a resistere, primo fra tutti, per esempio, quello che riguarda la difficoltà nel reperimento dei gameti.

Non vi può essere trattamento di fecondazione assistita eterologa se non vi sono gameti disponibili, e non è possibile contare su gameti disponibili se nessuno effettua donazioni. Pertanto, il problema reale che ancora spinge molte coppie a scegliere cliniche estere è proprio quello relativo allo scarso numero di ovociti e di seme su cui si può contare per effettuare il trattamento eterologo.

E i numeri parlano chiaro: nel 2019, la Spagna ha accolto quasi 18.500 trattamenti di fecondazione assistita provenienti da richieste straniere, mentre la Danimarca ha accolto più di 8mila operazioni di PMA. Secondo ulteriori approfondimenti sui dati, nel 2018 in Belgio c’è stata una richiesta di 13 cicli su 100 da parte di pazienti residenti al di fuori dei confini nazionali. Numeri, questi, che fanno ancora sicuramente riflettere sulla solidità del fenomeno del turismo riproduttivo, che nonostante leggi più accoglienti e più accomodanti, continua a tenere banco.

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Fecondazione Eterologa Italia

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