Il disagio della pregoressia: ecco alcune spiegazioni
Ciao a tutte le neo mamme ed alle future donne in dolce attesa! Bentornate a voi, nel nostro consueto appuntamento del venerdì con la rubrica dal titolo Mamma si diventa, una rubrica interamente dedicata al tema della gravidanza, della quale oggi vogliamo parlare con un approfondimento agli stati psicologici delle gestanti e dei rischi che alcuni comportamenti possono generare nella salute psicofisica della donna ed anche del bebè.
Perché si soffre della pregoressia: ecco alcuni motivi
Il disagio della pregoressia: cosa è importante sapere.
Abbiamo parlato della pregoressia in gravidanza, un disturbo alimentare molto simile sia all’anoressia (con eccessivo controllo del cibo, digiuni ed attività fisica incontrollata) ed alla bulimia (con alternanza di questi sintomi e vomito controllato e autoindotto), che può essere scatenato da uno specifico stato psicologico della gestante che non accetta in modo sereno la maternità e soprattutto non riesce a vivere in modo altrettanto sereno i cambiamenti naturali del suo corpo.
Abbiamo visto cos’è e come si manifesta la pregoressia, con un forte senso di insoddisfazione iniziale verso il proprio corpo e successivamente un rifiuto dei cambiamenti della gravidanza che porta le gestanti a preoccuparsi di non prendere peso, distaccandosi così completamente dalla realtà.
Ma quali sono le basi di questo disturbo e perché ci si ammala di pregoressia? Partiamo dal presupposto che il conflitto con il cibo e con il proprio corpo è l’espressione di un disagio che può essere sempre stato presente nella gestante, anche in forma latente. Attraverso questo rapporto conflittuale con l’alimentazione e con il proprio peso, la donna che ne soffre cerca di attirare l’attenzione verso il suo malessere, che nel caso della gestante può essere anche legato alla paura di non essere all’altezza di diventare mamma e prendersi cura di un bambino.
Gestanti che in passato hanno già sofferto di questi disturbi alimentari possono essere più facilmente portate a soffrirne, ed anche il contesto sociale e familiare possono essere rilevanti.
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