Fumare in gravidanza è dannoso: ecco i rischi a cui si va incontro

Fumare in gravidanza è dannoso per il nascituro: ecco perché

Ciao a tutte le future mamme e bentornate nel nostro consueto appuntamento del venerdì con la rubrica interamente dedicata alla gravidanza, dal titolo Mamma si diventa! Nel nostro approfondimento di oggi vogliamo dedicare la nostra attenzione al danno che il fumo di sigaretta è in grado di provocare al bambino, non solo a breve termine (quando è ancora un feto) ma anche a lungo termine: che fumare fosse pericoloso era già noto da tempo, ma recenti studi condotti negli Stati Uniti e pubblicati sul Journal of Perinatology confermano che fumare in dolce attesa rappresenti davvero un pericolo importante. Vediamo quali sono le novità emerse dalle recenti ricerche che hanno fatto ancora una volta luce sui rischi importanti a cui si corre fumando in dolce attesa.

I danni del fumo in dolce attesa per il nascituro

Fumare in gravidanza è dannoso

Fumare in gravidanza è dannoso: ecco quali sono i rischi a cui si va incontro.

Il primo sostanziale pericolo a cui si va incontro è la morte improvvisa del lattante (anche nota come SIDS, o Sudden infant death sindrome) di cui il rischio è quintuplicato rispetto ai neonati che nascono da donne non fumatrici: questo dato importante dovrebbe essere già sufficiente a far riflettere sulla gravità reale del fumo in gravidanza, e rappresentare per le donne un’occasione ottima per smettere sin dal momento in cui si decide di pianificare la gravidanza.

La morte improvvisa ed inaspettata del lattante è un problema a cui da sempre si cerca di dare una risposta ed una soluzione: aver scoperto che essa può essere ricondotta anche al cattivo e insano comportamento della madre è un passo in avanti condotto per la prevenzione, per quanto non sia chiaramente sufficiente (in quanto, come è noto, il fumo non è l’unico fattore di rischio).

È noto, inoltre, che le sostanze assunte dalla madre durante il periodo della gestazione si trasmettano direttamente al feto attraverso il cordone ombelicale e la placenta, e questo vale anche per le sostanze nocive che la madre assume con il fumo di sigaretta: il rischio, in questo caso, riguarda anche la possibilità aumentata di aborto spontaneo, parto prematuro e morte perinatale.

Nei casi meno gravi, è possibile che il bambino vada incontro a maggiori rischi di essere affetto da asma o altre patologie a carico dell’apparato respiratorio. Inoltre, essere esposti al fumo durante i nove mesi di vita in utero significa anche avere maggiori possibilità di uno sviluppo minore (e più lento): rischi che, per quanto possano essere considerati meno gravi rispetto alla morte improvvisa del lattante, sono comunque motivo di preoccupazione e dovrebbero rappresentare un motivo importante per smettere di fumare (e di esporre il nascituro a tutti i rischi del caso).

Arrivederci al prossimo appuntamento con la nostra rubrica dal titolo Mamma si diventa!

 

 

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