Eterologa in Emilia Romagna, il problema delle donazioni

Il problema delle poche donazioni di gameti è uno dei problemi più diffusi per quel che riguarda la fecondazione eterologa in Italia. Sebbene con la sentenza della Consulta del 9 aprile 2014 siano stati fatti numerosi passi in avanti per quel che concerne la possibilità di concepire per mezzo di gameti esterni alla coppia, ancora in diversi ospedali pubblici non è possibile procedere con questa tecnica. Vediamo perché.

Fecondazione eterologa, servono donazioni

Da quando, il 9 aprile 2014, è stato dichiarato illegittimo il divieto di avere figli con la donazione e l’uso dei gameti esterni alla coppia, le cliniche di tutta Italia hanno iniziato ad attivarsi per offrire alle coppie infertili la possibilità di avere figli anche grazie alla fecondazione eterologa.

Quest’ultima è un tipo di fecondazione che fa parte della procreazione medicalmente assistita, la quale richiede l’uso di gameti esterni alla coppia: si ricorre a questa tecnica quando la coppia non riesce ad avere figli in maniera naturale oppure con la fecondazione omologa (in cui i gameti appartengono ai due componenti).

Uno dei problemi più importanti a cui le coppie infertili hanno dovuto fare riferimento è senza dubbio il problema delle donazioni: troppo poche le donazioni di gameti per consentire ai centri ed agli ospedali di ridurre le lunghe liste d’attesa per le coppie che vogliono sottoporsi a questo tipo di trattamento.

Il problema riguarda anche gli ospedali pubblici dell’Emilia Romagna: “Entro l’anno vogliamo completare l’iter burocratico per acquisire i gameti dalle banche europee” ha dichiarato Silvana Borsari, del servizio Assistenza territoriale. È quindi necessario, anche per una regione come l’Emilia Romagna, reperire al più presto gli ovociti, le cui difficoltà di reperimento sono abbastanza elevate per diversi motivi, uno dei quali la gratuità della tecnica. Infatti, in Emilia Romagna non sono previste applicazioni di ‘super ticket’ per l’eterologa, ma solo le spese necessarie per le visite e gli esami normali.

Le coppie in attesa, solo nel centro dell’Emilia Romagna, sono 500: un numero destinato ad aumentare, se non si comincerà ad affrontare il problema nella maniera più adeguata.