Bimbo nato da due madri: atto di nascita deve riportare nome entrambe
Non può essere considerato come possibile il rifiuto di registrare come figlio di due mamme un bambino nato in Italia da una coppia di donne omosessuali che abbiano scelto di accedere alla fecondazione eterologa all’estero: è questa la decisione importante che è stata presa, proprio negli ultimi giorni, da parte del Tribunale di Pistoia, che ha quindi stabilito che sull’atto di nascita del bimbo venissero indicati due nomi, e non solo il nome della partoriente.
La decisione del Tribunale di Pistoia: atto di nascita deve riportare entrambi i nomi delle mamme
Bimbo nato da due madri: è necessario che sull’atto di nascita venga riportato il nome di entrambe.
La decisione è abbastanza importante perché rappresenta un cambiamento sostanziale anche nelle considerazioni giuridiche, oltre che sociali, sulla maternità in Italia per quel che riguarda le coppie gay. Le due donne si erano rivolte ai giudici ed erano supportate dall’Associazione Famiglie Arcobaleno, e dalla Rete Lenford: la loro richiesta è stata quella di ordinare al sindaco di sostituire l’atto di nascita già esustente dopo che lo stesso si era rifiutato di firmare l’atto con due mamme.
I magistrati hanno ascoltato ed accolto la richiesta formulata dalla coppia di madri che si era rivolta all’estero per la fecondazione eterologa ed ha quindi ordinato al sindaco di legittimare l’atto di nascita con due madri, evitando così la discriminazione tra figli nati da coppie eterosessuali e figli di coppie che invece abbiano fatto ricorso alle tecniche di procreazione assistita di tipo eterologo.
Questa è una decisione significativa non solo dal punto di vista giuridico e politico, ma anche dal punto di vista umano e sociale. Il bambino, infatti, non deve in alcun modo percepire una differenza di trattamento, e quindi una discriminazione che parta proprio dall’identità di sesso dei genitori.
Inoltre, nella stessa decisione dei giudici, è emerso che, nonostante ad oggi in Italia la fecondazione eterologa non sia possibile per le coppie omosessuali, questa scelta potrebbe essere suscettibile di futuri cambiamenti così come era stato deciso nella sentenza con cui la Corte Costituzionale aveva modificato, nel 2014, la Legge 40.
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