Sintomi del burn out genitoriale: ecco come accorgersene

Quali sono i sintomi del burn out genitoriale?

Ciao a tutte le neo mamme e bentornate, come di consueto, nel nostro appuntamento del venerdì con il tema dedicato alla gravidanza! Nella rubrica di oggi, dal titolo Mamma si diventa, abbiamo deciso di approfondire ancora una volta il delicatissimo argomento della stanchezza e del logorìo che si provano quando nasce un bambino: spesso, quando si parla della nascita di un bebè, ci si riferisce soprattutto alle emozioni positive, alla gioia ed all’entusiasmo, ma è anche importante non sottovalutare quelle sensazioni di stanchezza e di logorìo che convivono con quelle positive ma che, se non tenute sotto controllo, possono degenerare nel pericoloso burn out genitoriale. Vediamo come accorgersi che qualcosa non va e prevenire i rischi di questo problema (che, come abbiamo già avuto modo di spiegare, possono essere veramente pericolosi e devastanti).

 

I sintomi del disturbo chiamato “burn out” genitoriale: ecco quali sono

Il burn out è quella sensazione di stanchezza e sfinimento che può essere molto pericolosa quando è eccessiva e quando diventa cronica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il burn out come quel disturbo che spesso si ha nel proprio rapporto con gli impegni lavorativi e che spesso porta chi ne soffre a non riuscire a dedicare la giusta attenzione al proprio lavoro (ed a ciò che ne consegue).

Associato al rapporto con i figli, il burn out è quella sensazione di sfinimento e di estrema stanchezza che riguarda specialmente le neo mamme che, impreparate sul da farsi al ritorno dall’ospedale, provano un senso di oppressione e vorrebbero quasi scappare al primo vagito del proprio bambino.

Questa sensazione, se contenuta, è del tutto normale anche perché quando una neo mamma rientra a casa dall’ospedale, per quanto possa essere stata previdente e preparata, dovrà comunque ritrovarsi faccia a faccia con nuove abitudini e con le nuove paure, ansie ed emozioni che inevitabilmente modificheranno la sua vita. Si tratta, quindi, di essere pronte a ricontrattare le proprie priorità, ma anche di parlare apertamente con il proprio partner dei propri disagi e delle proprie emozioni, delle ansie e delle paure, ma anche dei propri bisogni.

Ma quando ci si deve preoccupare?

Quando è veramente il caso di parlare di burn out genitoriale e, quindi, di rivolgersi ad uno specialista?

I sintomi di questo disturbo vengono spesso sottovalutati, ma è importante non prendere sottogamba la situazione, in particolare quando il desiderio di fuga, il desiderio di abbandono, il distacco e, nei casi più gravi, il desiderio di violenza verso i figli prendono il sopravvento. In questi casi, è importante guardarsi allo specchio, fermarsi un attimo e farsi aiutare, senza vergogna, senso di colpa o paura.

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