Rimborso negato per l’eterologa a Padova: esposto della coppia

A Padova rimborso negato per l’eterologa: una coppia presenta regolare esposto

Da qualche anno la fecondazione eterologa in Italia è legale ma, come è spesso evidenziato, vi sono ancora molti problemi legati a questo tipo di tecnica di procreazione medicalmente assistita a partire da come essa viene trattata dal punto di vista economico, burocratico e legale. E proprio a questo proposito, a Padova una coppia si è vista negare il rimborso dell’Usl dopo aver avuto accesso a fecondazione eterologa all’estero e, per questo motivo, sostenuta da Cristina Bernardi (consulente per le coppie infertili) ha deciso di presentare regolare esposto alla Corte dei Conti. Ma non è la sola: infatti, altre cinque coppie sembrerebbero pronte a fare lo stesso, per i medesimi motivi. Vediamo quali sono le situazioni e le motivazioni che hanno spinto tutte queste coppie a denunciare l’Usl “per illogicità, arbitrarietà, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, mala sanità e falsa applicazione della legge” in merito alla negazione del rimborso che dovrebbe avvenire per legge.

Rimborso negato per la fecondazione eterologa a Padova: coppia presenta esposto alla Corte dei Conti

Rimborso negato per l’eterologa a Padova

Rimborso negato per l’eterologa a Padova: cosa è accaduto e cosa ha spinto la coppia a presentare regolare esposto.

I motivi per cui il rimborso sia stato negato alla coppie in questione fanno riferimento alla mancata presentazione dell’autorizzazione preventiva: tuttavia, la presentazione di questa documentazione sarebbe comunque impossibile da fare nei tempi richiesti, semplicemente perché prima dell’accesso alla procedura non è possibile stabilire quali saranno le spese da sostenere.

I motivi per cui, tra l’altro, le coppie chiedono di accedere a strutture straniere sono sempre gli stessi: sebbene la fecondazione eterologa in Italia sia legale, non è possibile accedervi in molti casi perché mancano i gameti e le donazioni non sono sufficienti.

Tuttavia, nonostante questo, l’Usl ha risposto che l’autorizzazione preventiva non è obbligatoria ma è stata comunque richiesta in quanto considerata una tutela per chi accede alle tecniche di PMA e sa già che potrà in questo modo ottenere il rimborso. La questione è molto delicata e, come è stato specificato, non riguarda solo la coppia che ha presentato l’esposto ma anche molte altre che si sono ritrovate di fronte a questo ennesimo problema: vale la pena dire ennesimo in quanto l’accesso alla PMA non è sempre così semplice e sono tante, troppe forse, le coppie che ogni giorno devono combattere contro novi ostacoli e problemi che limitano, di fatto, la loro felicità e la realizzazione di un sogno.

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Fecondazione Eterologa Italia

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