PMA post pandemia: rallentamenti e limiti del percorso

Ancora problemi e rallentamenti per quanto riguarda la PMA post pandemia

Non è propriamente una novità che la pandemia generata dal Covid 19 abbia avuto un impatto negativo su tanti aspetti della vita: oltre ai dati rilevanti per quanto riguarda il numero di decessi causati proprio da questo virus, vi sono stati anche molti aspetti toccati in maniera diretta e indiretta, come ad esempio il lavoro, l’economia e, non ultimo, anche il numero di bambini nati da procreazione medicalmente assistita. Abbiamo trattato l’argomento più volte, sottolineando quanto sia stato difficile, per le coppie infertili che avevano chiesto l’accesso alla PMA, non riuscire ad accedere alle procedure per la fecondazione assistita in tempi utili: ricordiamo che, tra le altre problematiche, vi è anche il naturale limite dettato dall’orologio biologico femminile per cui molte donne che ormai si trovavano al confine con i limiti di accesso hanno dovuto rinunciare in modo definitivo al loro sogno di diventare mamme.

PMA post pandemia: molti centri hanno rallentato

Pandemia post Covid 19: rallentamenti e problemi per molti centri.

Le restrizioni pandemiche degli ultimi anni sono state determinanti: secondo le stime che ci arrivano direttamente dalla Relazione annuale del Ministro della Salute al Parlamento, nel 2020 c’è stato il 20% di nascite ottenute da PMA rispetto al 2019, con dati decisamente preoccupanti anche per quanto riguarda il numero di coppie che hanno potuto accedere ai trattamenti, che sono state 65.705, rispetto alle 78.618 del 2019. E i dati preoccupanti non finiscono qui: la parte grossa è stata fatta soprattutto dalla fecondazione omologa (sono state, infatti, 57.656 le coppie che vi hanno avuto accesso) mentre solo 8.049 i gameti ottenuti da fecondazione eterologa.

Sappiamo inoltre che nel periodo tra marzo e maggio di due anni fa (quando vi fu il primo lockdown), solo alle coppie che avevano già iniziato il loro percorso era stato garantito l’accesso, e solo per quel che riguardava la preservazione della fertilità in caso di pazienti oncologici, perché considerati interventi non differibili. Nel mese di giugno 2020 vi era stata una lenta ripresa, seppur con le dovute interruzioni e i dovuti ritardi generati anche dall’accavallarsi delle richieste, e questo ha generato un susseguirsi di numeri in calo: secondo recenti indagini, infatti, non tutte le regioni si erano mosse nella stessa maniera e con i medesimi tempi, anche per via della territorialità interessata maggiormente dal Covid 19 (i centri che hanno avuto maggiori ritardi sono stati proprio quelli del Nord Ovest dove il Covid 19 aveva avuto un impatto ancor più devastante).

La ripresa è ancora decisamente lenta, specialmente per quelle strutture che mostravano segnali di eventuali problemi e ritardi anche prima della pandemia.

Author Info

Fecondazione Eterologa Italia

Lo Staff che collabora alla gestione editoriale del Portale è formato da Autori non professionisti che producono contenuti creativi e coinvolgenti e da medici che assicurano la qualità e la veridicità delle informazioni riportate sui testi. Per ulteriori info: CHI SIAMO

Non ci sono commenti

Lascia un commento