PMA in tempo di COVID: gli ostacoli delle coppie

PMA in tempo di Covid: le coppie e la loro corsa ad ostacoli

Finalmente Tiziana, una donna di 40 anni, dopo tanti tentativi falliti, è riuscita a realizzare il suo sogno di diventare mamma: è successo dopo due anni di continui ostacoli, rinunce e problemi, ed è successo nel modo migliore possibile, dando alla luce due gemelli, un maschietto ed una femminuccia, bellissimi e che godono di ottima salute. La neo mamma, che recentemente è stata intervistata, ha ricordato quanto sia difficile, ancora oggi, diventare genitore quando l’età non è più dalla tua parte e quando devi attraversare un vero e proprio percorso ad ostacoli. Ma Tiziana non è l’unica donna che, a 40 anni, riesce finalmente a realizzare il suo sogno grazie alla PMA e soprattutto usufruendo del servizio sanitario nazionale: il percorso pieno di ostacoli che lei ha attraversato è lo stesso che ogni anno le coppie infertili si trovano a dover attraversare nel nostro Paese. Con qualche problema in più, purtroppo, causato dalla pandemia: ed è così che la PMA in tempo di Covid diventa ancora più contorta, lastricata di problemi e momenti difficili.

PMA in tempo di Covid: quanti problemi da affrontare

Pma in tempo di Covid

Pma in tempo di Covid: quali sono i problemi da affrontare.

Le coppie che hanno deciso di avvicinarsi al delicato mondo della procreazione medicalmente assistita negli ultimi due anni non hanno certamente avuto vita facile: prima di tutto, perché sia le cliniche private che quelle pubbliche hanno dovuto, in molti casi, sospendere le attività nei periodi più duri, e questo ha significato un notevole ritardo per tutti coloro che non avevano tutto il tempo del mondo a loro disposizione. Sappiamo benissimo quanto la fertilità delle donne sia influenzata dall’età, ed arriva sempre un momento in cui non c’è più tempo da perdere: infatti, la storia di Tiziana è una di quelle storie in cui il tempo è ancora più prezioso, per esempio perché dopo due inseminazioni in un’altra struttura (andate male), la donna aveva deciso di sottoporsi ad una stimolazione ormonale, che è stata però sospesa perché risultata inefficace proprio a causa dell’età.

Il caso di Tiziana ha mostrato la possibilità, per lei e per altre donne, in tempo di Covid, di accedere alla lista d’attesa del presidio della Asl di Napoli vedendo finalmente la luce in fondo al tunnel. Ma va chiarito che, purtroppo, le cose non vanno sempre così e che anzi molte donne sono costrette a rinunciare a causa dei tempi di attesa lunghissimi, oppure a recarsi all’estero o ancora a spendere molti soldi presso strutture private per poter avere accesso alle chiavi di un sogno.

Il secondo problema che ha riguardato le coppie in cerca di un figlio (e non solo quelle che hanno avuto accesso alla PMA) è la solitudine che le neo mamme hanno vissuto in ospedale, nei primi giorni dopo il parto. E se le più fortunate hanno potuto avere accanto il compagno durante il travaglio attivo e qualche ora dopo il parto, la maggior parte delle donne che hanno partorito in piena pandemia, infatti, non ha avuto nemmeno questa possibilità: non avere accanto un sostegno importante, nelle ore successive al travaglio ed al parto, a causa delle limitazioni imposte dal governo, è stato per molte neo mamme davvero devastante.

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Fecondazione Eterologa Italia

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