Il silenzio sulla PMA: cosa accade se una coppia non informa il figlio

Quali sono le conseguenze del silenzio sulla PMA nei confronti del figlio

Quando si tratta di un percorso così delicato come quello che riguarda la fecondazione assistita è del tutto normale porsi delle domande ed essere sobbarcati da dubbi e perplessità, specialmente perché la scelta di accedere alle procedure di procreazione medicalmente assistita ricadrà, in futuro, anche sul bambino. Cosa fare, quindi? È giusto parlare al figlio del proprio percorso, e quindi informarlo del fatto che la sua nascita è avvenuta a seguito di una inseminazione artificiale, oppure è meglio tacere? Questa domanda è del tutto lecita ed apre le porte a molti altri discorsi che riguardano la decisione o meno di comunicare il ricorso alla fecondazione assistita (questo riguarda in particolar modo quella eterologa). Un esempio può essere la conseguenza riguardo la scelta di non comunicare al bambino di aver fatto ricorso alle procedure di procreazione assistita.

Il silenzio sulla PMA nei confronti del figlio: cosa avviene

Il silenzio sulla PMA: quali sono le conseguenze di questa scelta?

Cosa accade quando si decide di non informare il bambino di aver chiesto aiuto alla scienza ed alla medicina? Dal punto di vista legale, non ci sono conseguenze dal momento che la legge non impone né l’informazione né il silenzio (nel caso del percorso di adozione, invece, la comunicazione si rivela necessaria).

Dal punto di vista emotivo e psicologico, mantenere il pieno riserbo anche con il proprio figlio può essere devastante, forse anche di più rispetto alla scelta di informare il bambino sul percorso avviato. Infatti, molteplici e diverse sono le sensazioni che possono emergere nella coppia, che fino all’ultimo istante della propria vita ritornerà spesso con il pensiero su questa scelta domandandosi se sia stata davvero quella giusta. D’altronde, si tratta di decidere se “scombussolare” o meno (almeno all’inizio) un bambino (il proprio figlio) togliendogli la certezza di essere i suoi genitori: per quanto ci si senta suoi genitori e per quanto il figlio li consideri come tali, è del tutto normale che molti pensieri possano affollare la sua giovane mente e creargli qualche difficoltà iniziale.

Se la scelta di non dire al bambino di aver fatto ricorso alla fecondazione eterologa avviene alla fine di un percorso di accettazione ed in totale accordo da parte della coppia, allora essa sarà sicuramente non condizionata da paure e sensi di colpa o dal timore del giudizio esterno. Tuttavia, essa richiede uno sforzo coraggioso, che per essere tale deve essere accompagnato da un confronto e da un supporto da parte di personale preparato, che possa aiutare la coppia a guardarsi dentro e capire cosa sia meglio fare, per sé e (prima di tutto) per il benessere del bambino.

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Fecondazione Eterologa Italia

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