Donatori esteri: quali sono gli importi che “guadagnano”?
Ricorrere al seme di un donatore e quindi alla possibilità che la medicina e la scienza ci offrono con la fecondazione assistita eterologa rappresenta al giorno d’oggi un risultato molto importante per tutte quelle coppie infertili che non sono riuscite ad avere un figlio naturalmente, con rapporti mirati, consecutivi e non protetti. Un’alternativa, insomma, alla fecondazione naturale, che si rende possibile oggi anche quando l’infertilità è maschile: si calcola che il 35% degli uomini in Italia ne soffra.
Donatori esteri: in Italia il 95% del seme maschile proviene dall’estero. Ma a quale costo?
Donatori esteri: negli altri paesi i donatori vengono rimborsati.
Secondo quanto è stato espresso nel corso dell’ultima Conferenza Stato Regioni che ha reso possibile l’istituzione di un tavolo tecnico di esperti a riguardo, emerge che la possibilità di ricorrere al seme di un donatore è estremamente importante, quanto però ancora quasi impossibile. Infatti, il problema principale in Italia è la mancanza di un numero di donatori sufficienti a coprire le richieste delle coppie: a fronte di un numero importante di coppie che vorrebbero ricorrere all’eterologa, in Italia solo il 5% dei gameti proviene da donatori italiani, mentre il restante numero proviene dall’estero.
E da parte degli esperti, l’allarme è inevitabile perché questa pratica (quella di importare i gameti dalle banche estere) può risultare molto costosa: mentre nel nostro paese la donazione sarebbe gratuita e volontaria, all’estero i donatori vengono “rimborsati” e questo farebbe aumentare gli eventuali costi già elevati di importazione. Ma forse, anche l’assenza di questo rimborso spese che viene in pratica riconosciuto in molti paesi, rende difficile raggiungere il numero di donatori esteri: pensiamo solo al fatto che in buona parte delle nazioni straniere, infatti, il rimborso per ciascuna donazione arriva anche a 2000 euro, importo che spesso spinge (e non è certo questa la sede per fare discorsi etici) i giovani donatori ad effettuare la donazione (che peraltro è indolore e non invasiva) per sostenersi autonomamente negli studi o affrontare altre spese.
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