Differenza tra transfer e impianto embrionale

Differenza tra transfer ed impianto embrionale: qual è

Differenza tra transfer ed impianto embrionale

Quando si parla di trattamenti di fecondazione assistita, non è poi così raro ritrovarsi di fronte ad uno stato emozionale di ansia e stress che può portare la coppia ad avere anche qualche confusione relativamente ai trattamenti, ai risultati, ed alle precauzioni di cui tenere conto.

Uno dei dubbi più importanti riguarda la differenza che intercorre tra transfer dell’embrione ed impianto (o attecchimento) embrionale: questa differenza è importante, perché serve anche a gestire lo stress causato da un’informazione scarsa o distorta, e quindi a tenere sotto controllo le emozioni (per quanto sia possibile farlo) che derivano proprio da informazioni poco chiare.

Qual è la differenza tra il transfer e l’attecchimento dell’embrione

Differenza tra transfer e impianto embrionale

Scopriamo la differenza tra transfer e impianto embrionale: ecco di cosa si tratta.

Conoscere la differenza tra il transfer e l’impianto embrionale è molto importante, anche perché consente di fare una datazione più precisa e quindi di fare correttamente i calcoli per arrivare alla data in cui sottoporsi alle analisi del sangue per sapere se si è (o meno) in dolce attesa.

Tutto ha inizio dal transfer. Potremmo quasi considerare il transfer come un concepimento artificiale, anche se in realtà l’incontro tra ovulo e spermatozoo è già avvenuto in laboratorio: in questo caso, infatti, si uniscono ovulo e spermatozoo in laboratorio e si trasferisce l’embrione all’interno della cavità uterina per mezzo di una piccola cannula che permette di posizionare correttamente l’embrione nell’endometrio. Questo trattamento, assolutamente indolore, viene eseguito in modo minuzioso, perché avvenga in modo perfetto l’incontro tra endrometrio ed embrione: a questo punto, sarà la natura e fare il suo corso, ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di impianto o attecchimento dell’embrione.

Infatti, subito dopo il trasferimento dell’embrione nella cavità uterina, ha inizio un processo naturale interno che permette all’embrione di impiantarsi e quindi di attecchire e svilupparsi all’interno dell’utero: questo processo avviene sostanzialmente tra il 6° e l’8° giorno successivo al transfer.

In linea di massima, il momento dell’attecchimento embrionale coincide con una serie di sintomi, come mal di testa, dolori alle ovaie simili a dolori mestruali, senso di stanchezza, seno gonfio: tutti sintomi che, tuttavia, potrebbero anche essere non indicativi di gravidanza ma di sindrome premestruale. Per questo motivo, occorre che la donna cerchi di non pensare troppo ai sintomi, ma consideri come data di inizio del countdown fino al test di gravidanza (o meglio, analisi del sangue), il giorno del transfer. Una indicazione (seppur non sicura) di avvenuto attecchimento dell’embrione in utero potrebbe comunque essere la presenza di macchie di sangue tra il 6° e l’8° giorno post transfer.

 

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Fecondazione Eterologa Italia

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