Diagnosi di iperemesi gravidica: quanto è importante

Diagnosi di iperemesi gravidica: quanto è importante

Ciao a tutte le mamme e, come sempre, bentornate nel nostro consueto appuntamento del venerdì dal titolo Mamma si diventa, nel quale offriamo spunti di riflessione ed approfondimenti che riguardano il delicato tema della gravidanza. Scopriamo, oggi, come si effettua la diagnosi di iperemesi gravidica, un disturbo molto delicato che coinvolge alcune donne in dolce attesa e che, purtroppo, le accompagna per tutto il periodo della gestazione (e che non va per questo confuso con la normale nausea delle prime settimane di gravidanza).

Diagnosi differenziale per l’iperemesi gravidica: quanto è importante

Diagnosi di iperemesi gravidica

Diagnosi di iperemesi gravidica: perché e come va effettuata.

L’iperemesi gravidica non va confusa con la normale nausea in gravidanza (quel normale disturbo che si può avere nelle prime settimane di gestazione e che spesso è il primo sintomo che ci fa pensare ad una gravidanza in corso). Si tratta di un disturbo molto fastidioso ma anche invalidante, dal momento che quando una gestante ne soffre, può andare incontro a problemi più o meno gravi, che richiedono sempre la massima attenzione ed il massimo controllo da parte degli operatori sanitari per evitare complicanze ancora più gravi e invalidanti, non solo per la mamma ma anche per il feto.

È importante, quindi, la diagnosi a questo disturbo ed è fondamentale distinguerlo dalla normale nausea delle prime settimane di dolce attesa, che spesso è destinata a scomparire intorno alla sedicesima settimana e che non comporta rischi molto invalidanti.

Bisogna insospettirsi nelle seguenti situazioni:

  1. Quando si va incontro ad un aumento della nausea, anche oltre la sedicesima settimana di gravidanza;
  2. Quando si ha una perdita esponenziale di peso;
  3. Quando si è di fronte ad eccessiva produzione di corpi chetonici urinari;
  4. Quando si è di fronte ad alterazioni elettrolitiche.

La giusta diagnosi viene fatta quando, in presenza di almeno una di queste condizioni, si effettua un controllo seriale del peso e quando viene eseguito il controllo dei corpi chetonici urinari, dell’ormone tireostimolante, degli elettroliti, e quando sono presenti problemi riguardanti l’azotemia, la creatinina, magnesio e fosfato.

È fondamentale, a questo proposto, anche una diagnosi di tipo differenziale perché, quando il disturbo è molto grave, può portare a conseguenze disastrose anche per fegato ed esofago ed è quindi necessario intervenire nel modo giusto. La diagnosi differenziale comprende l’esclusione di altre patologie che possono causare il vomito, in combinazione ad altri disturbi e sintomi che, quando presenti, possono suggerire un’altra causa. Per esempio, occlusione intestinale, ulcera, colecistite, appendicite, potrebbero essere alla base di episodi eccessivi di nausea e di vomito, anche in gravidanza.

Arrivederci alla prossima rubrica sulla gravidanza!

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Fecondazione Eterologa Italia

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