Crioconservazione degli ovociti.

Crioconservazione degli ovociti. Cos’è e quando si deve fare?

Cos’è e quando si fa la crioconservazione degli ovociti?

L’ovocita o cellula uovo è la cellula riproduttiva femminile. A differenza delle cellule riproduttive maschili, ovvero gli spermatozoi, le donne nascono con un numero preciso di cellule riproduttive, le quali vanno in contro ad atresia, ovvero ogni ciclo mestruale che una donna ha è un ovocita, il quale non è stato fecondato.
L’ovocita per essere fecondato deve raggiungere competenze quali la maturazione nucleare, una maturazione citoplasmatica e una ripresa meiotica.
La crioconservazione degli ovociti è una procedura che mira a preservare la fertilità di una paziente o ritardare il momento della gravidanza anche in un momento diverso dall’orologio biologico ma, oltre alla crioconservazione degli ovociti si possono crioconservare embrioni sovrannumerari amplificando in questo modo le possibilità di successo di una gravidanza in un percorso di fecondazione assistita sfruttando un solo ciclo di stimolazione ovarica; le pazienti che sono sottoposte a chemioterapie; gameti ed embrioni per fecondazioni eterologhe, lì dove è concesso l’embriodonazione.
In America tale pratica viene definita “social-freezing” in quanto come già detto, le donne che ricercano una gravidanza sono donne in età avanzata.
La crioconservazione degli ovociti viene eseguita in strutture di PMA (procreazione medicalmente assistita) che siano di secondo e terzo livello, dove la donna intenzionata ad intraprendere questo percorso dovrà affrontare vari step:

  • in primis dovrà esplicitare il perché di questa scelta;
  • un’equipe di ginecologi la seguiranno nelle analisi come ecografie trans- vaginali, valutazione dei follicoli antrali e esami del sangue;
  • seguirà poi, se il tutto va bene con la stimolazione di gonadotropine per indurre una crescita follicolare multipla.

Su questo aspetto vorrei soffermarmi, in quanto i meccanismi per indurre una crescita follicolare multipla sono svariati; infatti, possiamo avere la stimolazione sia la stimolazione con gli agonisti, il quale si va a legare al Recettore ipofisario, determinando una maggiore concentrazione delle gonadotropine creando un FLARE-UP e successivamente la continua stimolazione va a determinare una DOWN- REGOLAZIONE con la soppressione delle gonadotropine. Gli agonisti in commercio sono ad esempio la TRIPTORELINA che riducono l’insorgenza di OHSS.

Gli antagonisti, invece, bloccano la produzione del GnRH ripetutamente e quindi si ha un antagonismo competitivo per il recettore non si ha il picco di LH prematuro e in commercio i farmaci sono disponibili e sono il CETRORELIX e GANIRELIX.
Sono anche vari tipi di stimolazioni con gli analoghi del Gnrh, abbiamo la stimolazione:

  • di tipo lungo: dove la somministrazione dell’analogo avviene al ventunesimo/ ventiquattresimo giorno del ciclo mestruale precedente, se la concentrazione plasmatica di estrogeni è minore di 50 Pg/mL al quindicesimo giorno di trattamento, si inizia con la somministrazione delle gonadotropine fino al giorno precedente, con la somministrazione di HCG;
  • ultra lungo: viene somministrato per due cicli successivi che precedono il terzo, nel quale il protocollo è sovrapponibile a quello lungo.
  • L’ultracorto, la somministrazione degli agonisti avviene al secondo giorno del ciclo mestruale in concomitanza con la stimolazione ovarica fino al giorno precedente con la somministrazione dell’HCG.

Questo protocollo dura dai 10 ai 12 giorni e il fine ultimo è quello di potenziare la fase di stimolazione attraverso la dimissione massiva endogena di FH ed LH.

Il protocollo con gli antagonisti avviene con la somministrazione delle gonadotropine al secondo e al terzo giorno del ciclo dove si avrà la crescita follicolare multipla e al quinto giorno avviene la stimolazione con l’antagonista.
La risposta ovarica data dall’azione delle gonadotropine va a determinare la riserva ovarica della paziente, la quale è determinata da fattori come l’indice di massa corporea, conta dei follicoli antrali e l’età.
L’età influenza la riserva ovarica e dopo i 40 anni si ha una perdita sostanziale delle cellule della linea germinale, le quali vanno in contro ad un processo di apoptosi.
Le donne possono rispondere in tre diversi modi ai diversi tipi di stimolazioni a cui sono state sottoposte:

  • hyper-responds: le quali producono un numero eccessivo di ovociti che varia tra i 15 e i 20, e possono essere possibili donatrici;
  • normo-responds: tra i 6 e i 10 ovociti;
  • poor-responds: minore o uguale a 3 ovociti.

Prelievo e congelamento degli ovociti

Dopo che è stata effettuata la procedura di stimolazione ovarica e gli ovociti sono maturati, questi vengono prelevati in un intervento che viene effettuato in Day Hospital ed effettuando una situazione profonda; quindi, la donna viene addormentata ma non intubata e gli ovociti raccolti vengono preparati per il congelamento, il quale avviene in azoto liquido ad una temperatura di meno 196 °C.
Tale metodica viene definita PICK-UP.
Durante il processo di congelamento è necessario limitare o evitare la formazione di ghiaccio e di concentrazioni letali dei soluti, mantenendo quindi la funzionalità degli organi organuli intracellulari.
L’espulsioni di acqua dalla cellula e la riduzione della formazione di ghiaccio sono facilitati dai CP ( criprotettori) permanenti quale il propandiolo il dimetilsolfossido (DMSO) e il glicol etilenico (EG).
Nella vetrificazione, la formazione di ghiaccio è evitata, sia a livello intracellulare, che extracellulare poiché le cellule vengono esposte a concentrazioni molto elevati di CP permanenti e non è raffreddandole con velocità molto elevate a temperature al di sotto dei meno 100 °C. In tal modo, l’acqua residua è convertita da uno stato liquido ad uno stato vetroso che viene definito: Glass like senza formazione di reticolo cristallino, ovvero di ghiaccio.

Tele approccio richiede velocità di riscaldamento più elevate di quelle di raffreddamento.
Inoltre, i CP aiutano anche a bilanciare i soluti intracellulari che risultano letali ad alte concentrazioni.
Inoltre, se la crioconservazione viene fatta per ragioni di salute, quale possono essere, prevenzione di fertilità in caso di malattia o perché si sta effettuando un percorso di PMA per l’infertilità il servizio sanitario nazionale ovviamente le strutture pubbliche o private convenzionate si fanno carico dei costi.
Se invece la crioconservazione viene fatta per un social freezing il costo si aggira intorno ai 4000 5.000 € per stimolazione, comprensivi dei farmaci per la stessa stimolazione, i quali hanno dei costi molto elevati e alcuni centri possono anche richiedere un pagamento annuale per rinnovare la crioconservazione.

Alcune regioni italiane, come la Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Trentino stanno autonomamente, cominciando a preparare a proporre un percorso che prevede l’offerta gratuita della conservazione privata di ovociti, a patto che una parte di questa venga donata per la fecondazione eterologa in Italia poiché la maggior parte degli ovociti donati per la fecondazione eterologa provengono dall’estero.

Author Info

Michela Del Prete

Sono Michela Del Prete, Dott.ssa in Biologia del Differenziamento e della Riproduzione, laureata presso Federico II di Napoli.

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