Riapertura dei centri per la fertilità ma con rispetto del protocollo

Riapertura dei centri per la fertilità: si deve rispettare il protocollo

Il 12 maggio 2020 ha rappresentato finalmente una data importante per tutte quelle coppie che soffrono di infertilità e che desiderano avere un figlio: coppie che, a causa del Covid-19, virus che ha colpito duramente moltissimi paesi del mondo (Italia compresa), hanno dovuto sospendere i trattamenti iniziati per via della chiusura dei centri per la fertilità.

Riaprono i centri per la fertilità ma va rispettato il protocollo

Riapertura dei centri per la fertilità

Riapertura dei centri per la fertilità: il 12 maggio è stata una data importante. Vanno però rispettate le misure di sicurezza.

In seguito all’inizio della Fase 2 dichiarata dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, è stato quindi deciso di riaprire i centri chiusi per il lockdown e quindi permettere un nuovo inizio per le cure contro l’infertilità.

Il 12 maggio 2020 è stata una data importante perché è finalmente giunto il via libera del Centro Nazionale Trapianti e del Registro PMA dell’Istituto Superiore di Sanità per i trattamenti di procreazione medicalmente assistita: la decisione di chiudere i centri e quindi di sospendere le cure era arrivata contestualmente al lockdown che era stato deciso proprio per tenere a bada la diffusione del virus. La scelta era voluta perché queste cure erano considerate cure non urgenti e quindi potenzialmente non indifferibili: da diversi giorni, però, finalmente le coppie possono riprendere la loro attività di contrasto all’infertilità e quindi riprovare con tutte le cure e le tecniche possibili al fine di ottenere una gravidanza e coronare così il loro grande sogno di diventare mamma e papà.

Un sogno che sarà possibile rincorrere nuovamente, seppur con alcune regole dettate ancora dalla presenza di un virus che non è stato possibile sconfiggere del tutto: i centri per la fertilità, infatti, riaprono, ma seguendo tutte le regole del caso per un’apertura in totale sicurezza.

È stato quindi deciso di approntare un protocollo per garantire una ripartenza che soddisfi non solo le esigenze normalissime e comprensibili delle coppie (in molti dei casi, infatti, bisogna fare una corsa contro il tempo dato che una buona parte di donne che si affidano alla PMA hanno più di 40 anni), ma anche i requisiti di sicurezza. Per questi motivi, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) in collaborazione con il suo gruppo di interesse speciale (GISS) in Medicina della Riproduzione, ha stilato un Protocollo di controllo e di contrasto della diffusione del virus all’interno dei centri.

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Fecondazione Eterologa Italia

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