Regione Campania ed eterologa: norme modificate
Il primo caso di gravidanza ottenuta per mezzo delle tecniche di fecondazione eterologa in una struttura pubblica della Campania rappresenta un successo indiscutibile perché afferma il principio di equità nell’accesso alle cure per tutte quelle coppie che hanno difficoltà a procreare in maniera naturale e spontanea: quanto è stato affermato dalla segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, deve essere considerato come una dichiarazione positiva relativamente ad una serie di procedure per le quali si è a lungo lottato e discusso.
Regione Campania ed eterologa: importanti novità
Regione Campania ed eterologa: ecco quali sono le decisioni.
Quello della coppia campana che nel mese di aprile appena trascorso ha ricevuto la buona notizia dell’ottima riuscita del trasferimento di embrioni in seguito a donazione di gameti è certamente una novità molto interessante per tutti i futuri neo genitori: inoltre, questa decisione potrebbe aprire la strada ad una maggiore e migliore volontà politica da parte delle Regioni ancora inadempienti di riformare le norme e le regole interne in materia di procreazione medicalmente assistita.
Si parte infatti dal 1985, anno in cui venne vietata la procedura di fecondazione in vitro nelle strutture pubbliche: questo divieto venne poi modificato con la legge 40 del 2004, legge che però ancora vietava, per motivi prettamente e indiscutibilmente etici, la fecondazione con donazione di gameti e quindi la fecondazione eterologa. Dal 2014, nel mese di aprile, una sentenza della Corte Costituzionale si adoperò per cancellare questo divieto in tutta Italia, ma fino al 2019 alcune regioni (come la Campania, appunto) non potevano consentire l’eterologa perché la prestazione non sarebbe stata rimborsata dalla regione stessa. Una situazione a cui Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione, mise fine con una riforma delle regole interne in materia di PMA: oggi, quindi, le coppie campane che desiderano sottoporsi all’eterologa potranno ottenere il rimborso della prestazione o sottoporvisi all’interno di strutture pubbliche.
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