PMA nel pubblico indietro per Covid 19: un dato su cui riflettere

PMA nel pubblico indietro a causa del Covid 19

La PMA rischia di rimanere indietro a causa del nuovo Coronavirus che, ormai da oltre un anno, sta condizionando le vite e le scelte di ognuno di noi? Stando ad alcune indagini effettuate sulle scelte delle coppie relative all’ultimo anno, sembrerebbe proprio così. Ma vediamo nei dettagli cosa sta accadendo e perché anche la PMA subisce le variazioni del nostro contesto sociale e storico.

Le procedure di PMA nel pubblico rischiano di rimanere indietro per Covid 19

PMA nel pubblico indietro per Covid 19: ecco cosa emerge dai recenti dati.

Al giorno d’oggi, la scelta di avere un figlio è una scelta molto importante e responsabile: importante perché, ovviamente, essa condiziona la vita della coppia che decide di mettere al mondo un figlio, con tutte le conseguenze che ciò comporta; responsabile, perché essa è, in linea di massima, sempre condizionata da un ragionamento alla base, che chiaramente riguarda ed accoglie anche tutti gli aspetti economici e sociali. Quando una coppia decide di mettere su famiglia, infatti, molto spesso si chiede: saremo in grado di mantenere un figlio? Saremo dei buoni genitori? Domande, queste, del tutto lecite, ed in questo momento ancor di più, proprio perché giustificate dall’aspetto sociale, storico ed economico che deve essere necessariamente analizzato prima di prendere una decisione così importante. Da una recente indagine, tuttavia, emerge che molte coppie hanno deciso di rimandare il progetto genitoriale a causa dell’impatto negativo che sta avendo sulle nostre vite il Covid 19: in tal senso, quindi, pare che anche la PMA rischi di essere inserita in questo contesto.

La Procreazione Medicalmente Assistita è, come ben sappiamo, una scelta importante che viene presa in considerazione nel momento in cui una coppia scopre di avere difficoltà a concepire un figlio in modo naturale. Le tecniche di fecondazione assistita, infatti, rappresentano una vera e propria scialuppa di salvataggio per quelle coppie che soffrono di infertilità e che desiderano mettere al mondo un figlio: un progetto di genitorialità, quindi, che non viene negato, anzi viene accolto proprio dalla PMA.

Tuttavia, il Covid 19 sembra aver condizionato le nostre vite anche sotto questo aspetto. Secondo quanto emerge dagli ultimi dati rilevati dal Registro Nazionale PMA dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, i cicli di fecondazione assistita si sono ridotti di un terzo rispetto al 2020, e questo ha comportato un calo dei cicli nei primi 4 mesi del 2020, con una riduzione (per i Centri di fecondazione assistita) del 34,1%.

Questo rappresenta, chiaramente, una battuta d’arresto importante, specialmente per i Centri di PMA pubblici. La buona notizia è che, tuttavia, da questo calo non sono stati interessati i centri e le strutture private, che invece hanno registrato un incremento dei trattamenti pari al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Come abbiamo già visto, infatti, il mese di agosto ed il mese di dicembre sono stati dei mesi di picco per quel che riguarda la PMA: una scelta in controtendenza rispetto agli anni passati, quando invece le ferie estive e quelle natalizie determinavano un calo delle richieste di PMA perché questi erano i mesi in cui le coppie si prendevano una pausa dalle terapie.

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Fecondazione Eterologa Italia

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