Fecondazione eterologa dal 2014: cosa è cambiato e cosa no

Fecondazione eterologa dal 2014 ad oggi: cosa è cambiato e cosa ancora no

Dal 2014 ad oggi molte cose sono cambiate in merito al tema della fecondazione eterologa. Infatti, la legge 40 del 2004 è stata modificata dalla sentenza numero 162 della Corte Costituzionale che, nel mese di aprile 2014, si è espressa in favore delle tecniche di fecondazione eterologa (quella che prevede la donazione dei gameti) in quanto queste tecniche rientrano nelle procedure di procreazione medicalmente assistita e nel diritto incoercibile di diventare genitori.

Le novità sulla fecondazione eterologa dal 2014 ad oggi

Fecondazione eterologa dal 2014 ad oggi: ecco cosa è cambiato.

Da quel momento, la fecondazione eterologa è rientrata nei cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza, ma le regioni e le strutture hanno dovuto rivedere anche le loro norme interne in materia di PMA rivedendo così anche le loro posizioni politiche in merito. Sicuramente molte Regioni, nel corso del tempo, si sono adeguate a questa scelta: parliamo ad esempio del Molise, dell’Abruzzo, ma anche di Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, che oggi offrono alle coppie infertili la possibilità di ottenere una gravidanza anche usufruendo di tutti gli strumenti che la scienza e la medicina mettono a disposizione dell’umanità. Tuttavia, sono ancora tante le segnalazioni di coppie che dimostrano e lamentano serie difficoltà nella gestione del problema dell’infertilità: secondo Filomena Gallo, dell’associazione Luca Coscioni, impedire alle coppie non fertili di procedere con la procreazione medicalmente assistita è comunque come mettere un obbligo che lede un diritto fondamentale della Costituzione e che fa riferimento all’articolo 32.

Cosa è cambiato, quindi, dal 2014? Sicuramente molte cose sono state fatte e molti passi in avanti sono stati compiuti, ma vi sono ancora tante, anzi troppe coppie che non possono ottenere la realizzazione del loro desiderio perché la loro regione non è adempiente; nelle regioni che quindi non si sono adeguate, all’atto pratico, alla procreazione medicalmente assistita nei LEA, le coppie infertili si trovano costrette a pagare di propria tasca delle tecniche a dir poco costose. Infatti, si parla di spese che vanno da un minimo di 1500 euro fino ad un massimo di 10mila euro per operazioni e strumenti più complessi. Oltretutto, anche essere pronti ad investire in questo percorso non significa che si avrà un risultato immediato, perché talvolta è necessario procedere per tentativi, con il rischio di far aumentare costi e delusioni: e se la spesa da affrontare è eccessiva, purtroppo, porta queste coppie a rinunciare al loro desiderio (che in fondo è anche un diritto) di avere un bambino.

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Fecondazione Eterologa Italia

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