Eterologa in Spagna, ancora turismo riproduttivo
Sebbene siano trascorsi due anni (e quindi altrettanti possibili cambiamenti) da quando i giudici della Corte dichiararono possibile, per le coppie infertili, accedere alla fecondazione eterologa in Italia, sono ancora tanti i problemi che spingono una buona parte di coppie italiane a scegliere di affidarsi alle cliniche straniere. È stato così anche per questa coppia italiana che, dopo diverse peripezie, ha deciso di sottoporsi all’eterologa in Spagna, e adesso chiede il rimborso per la prestazione sanitaria all’Italia.
Dopo aver eseguito eterologa in Spagna, chiedono rimborso in Italia
La prestazione della fecondazione assistita eterologa fuori dal nostro paese può avere dei costi variabili a seconda della nazione, ma anche a seconda del centro presso il quale ci si rivolge. Una coppia italiana, che grazie all’eterologa è riuscita a dare alla luce due gemelli, si è dovuta rivolgere ad una clinica spagnola per realizzare il sogno di avere figli. Ma ad un prezzo decisamente elevato: non solo perché questa coppia, come molte altre, ha alimentato il fenomeno del turismo riproduttivo, ma anche perché, per avere figli, questa coppia ha speso 10500 euro, un costo molto proibitivo.
E adesso, in base a quanto specificato anche nella direttiva europea che disciplina la mobilità sanitaria, la coppia chiede il rimborso alla regione Lombardia, con la motivazione che “l’eterologa è una cura per la sterilità che in Italia non potevamo ottenere in tempi certi. Per questo siamo andati in Spagna. La direttiva prevede che le cure all’estero siano rimborsate dal Paese di provenienza: è quello che chiediamo. E siamo pronti ad andare in tribunale per ottenerlo”.
Attualmente, però, l’eterologa – seppur sia stato annunciato così – non è ancora entrata nei cosiddetti Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza. E questo significa che, anche se la coppia ragiona sulla base di una normativa realmente esistente, non è detto che riuscirà a spuntarla.
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