ovodonazione

Pagina revisionata e aggiornata il 25/07/2016

Premessa

Quando una donna valuta l’idea di ricorrere ad una qualunque tecnica di fecondazione assistita quasi sempre finisce per essere assalita da mille dubbi e porsi domande come:

Sarà sicura? Quali rischi corro? Quanto costa? E’ veramente necessaria o posso farne a meno? Cosa penseranno i miei amici, parenti e conoscenti? Il mio partner sarà d’accordo?  
Interrogativi e dubbi più che leciti, a cui, nelle righe seguenti, cercheremo di rispondere in maniera approfondita prendendo in esame il caso specifico e più comune dell’ovodonazione.

dubbi

Fecondazione Eterologa (Ovodonazione) – Quando farla e perché

Questa tecnica di fecondazione eterologa è fortemente consigliata nei casi in cui:

gli esami clinici a cui si è sottoposta la paziente hanno comprovato che quest’ultima ha una scarsa riserva ovarica o produce ovociti di bassa qualità non idonei per dare inizio e concludere una gravidanza.

Purtroppo non vi sono esami infallibili, che permettono di comprovare con assoluta certezza la qualità degli ovociti. Non a caso non sono rari i casi in cui dalle analisi sembra tutto essere in regola, ma la gravidanza non ha luogo.Risultato?

Ad oggi il miglior indice di valutazione è senza ombra di dubbio il numero di fallimenti ripetuti dei trattamenti ICSI, che nella maggior parte dei casi rappresentano l’ultima spiaggia prima di tentare la strada della fecondazione eterologa, ma andiamo ad esaminare la questione più nello specifico.

Fecondazione Eterologa (Ovodonazione) – I casi in cui è necessaria

  1. Donne interessate da insufficienza ovarica primaria
  2. Pazienti interessate da menopausa fisiologica o precoce
  3. Donne portatrici di malattie geneticamente trasmissibili
  4. Pazienti che hanno riportato numerosi insuccessi a seguito della stimolazione ovarica (nessuna risposta adeguata / miglioramento, grazie a quest’ultima).
  5. Donne che sono incorse in ripetuti insuccessi a seguito dei trattamenti ICSI.

 

Fertilità – Cosa sapere

eta-fertilità

Grafico della fertilità in relazione all’età della donna.

Una problematica a cui in genere vanno in contro le donne con un’età superiore ai 35 anni. Motivo?
Superata quest’età la qualità degli ovociti inizia via via a peggiorare portando ad un conseguente calo della fertilità.
Come è ovvio che sia, ciò avviene in modo differente da donna a donna, tuttavia, a prescindere dalle singole situazioni, generalmente, una volta superati i quarant’anni, salvo casi particolari (non mancano casi in cui donne riescono a diventare madri in età avanzata), le probabilità di concepire in maniera “naturale” sono quasi nulle.
Ad ogni modo, per scongiurare questo tipo di pericolo, una donna che, per le ragioni più disparate volesse aspettare a divenire madre, potrebbe ricorrere ad un congelamento preventivo dei propri ovociti rivolgendosi ad una clinica di fecondazione assistita. Quest’ultima provvederà a conservarli presso la propria banca di crioconservazione. Risultato?
La possibilità di utilizzare i propri ovociti a distanza di anni, senza incorrere in particolari problemi di gravidanza dovuti all’età. Vantaggi?
Un considerevole risparmio di tempo.
Ovviamente bisognerà muoversi per tempo, visto che gli ovociti non potranno ringiovanire come per incanto al momento del bisogno. In caso di mancato congelamento preventivo e tarda età, l’ovodonazione resterà l’unica strada percorribile per ottenere una gravidanza.
Tra le soluzioni alternative vi è quella di portare autonomamente una donatrice per l’ovodonazione (in genere la sorella o comunque una consanguinea della paziente con un’età non superiore ai 34 anni). Vantaggi?
La paziente avrà la possibilità di avere un figlio con gli stessi geni, e  maggiori similitudini. Un aspetto da non sottovalutare visto che, stando ai risultati di un sondaggio condotto dall’Università di Parigi, il 20% delle donne intervistate afflitte da problemi di fertilità, ha dichiarato di aver cestinato in partenza l’ipotesi di ricorrere all’ovodonazione poiché timorose dei giudizi di amici o parenti o conoscenti a seguito delle eventuali differenze somatiche con il nuovo nato.
Ad ogni modo è bene sapere che le pazienti che decidono di sottoporsi alla fecondazione eterologa tramite ovodonazione, dovranno completare un questionario in compagnia del partner, riportando le proprie caratteristiche fisiche. Vantaggi?
La Clinica farà in modo di rintracciare una donatrice di ovociti con dei tratti somatici simili a quelli della paziente e nella remota ipotesi, ad un donatore di sperma, al fine di essere quanto più possibile vicini alle caratteristiche riportate sul questionario. Fra le caratteristiche da elencare sul già citato questionario, troviamo:

  • Colore della pelle
  • Colore degli occhi
  • Colore dei capelli
  • Peso
  • Altezza
  • Gruppo sanguigno

 

Fecondazione Eterologa (Ovodonazione) – Requisiti ed aspetti tecnici

L’identità della donatrice degli ovociti e quella di un eventuale donatore di sperma resteranno segrete sempre e comunque. I donatori hanno il diritto all’anonimato, di contro, non potranno mai conoscere l’identità di chi ha ricevuto i loro gameti.

Per quel che concerne gli aspetti tecnici e terapeutici, le donne che decidono di sottoporsi ad ovodonazione dovranno avere la capacità di accogliere l’embrione che verrà a formarsi in modo che questo possa andare ad impiantarsi nell’utero ed originare una gravidanza evolutiva. In virtù di ciò, sarà fondamentale:

  1. Trattare ed escludere eventuali fattori che possano interferire negativamente sullo sviluppo dell’embrione o sull’impianto (alterazioni dell’assetto coagulativo, alterazioni anatomiche della cavità uterina o metabolismo glucidico e tiroidee).
  2. Stimolare uno sviluppo adeguato della mucosa dell’utero in modo che quest’ultima sia pronta all’accoglimento dell’embrione e di conseguenza originare le condizioni più consone per la “finestra di impianto”.