Differenze tra omologa ed eterologa: quali sono
La maggior parte delle coppie che si affaccia per la prima volta al difficile e complesso mondo della fecondazione assistita ci arriva, in genere, senza un’effettiva e completa informazione non solo circa le tecniche, ma anche in merito alle possibilità, alle differenze tra l’uno e l’altro metodo, ed anche in merito ai tempi di attesa. Nonostante la procreazione medicalmente assistita sia, oggi, un insieme di tecniche e metodi innovativi che possono essere di grande aiuto per avere un figlio, in realtà vi è ancora molta confusione in merito.
Cos’è la fecondazione omologa e cos’è l’eterologa
La strada verso il concepimento è, per molte coppie, una strada fatta di ostacoli e di problemi: è per questo che la fecondazione assistita, con le sue tecniche ed i suoi diversi metodi (che possono essere applicati caso per caso) riesce ad essere un’alternativa valida al concepimento naturale, seppur con differenze e con esigenze diverse.
In termini pratici, quando una coppia si affaccia per la prima volta al mondo della fecondazione assistita, la consapevolezza circa le diverse tecniche è davvero molto poca. Vale la pena, quindi, di fare qualche approfondimento in merito.
Esistono due grandi metodi che fanno capo alla fecondazione assistita: il primo è quello che in Italia è stato, fino a qualche anno fa, anche l’unico metodo possibile. Parliamo infatti della fecondazione omologa, che racchiude diverse tipologie di fecondazione assistita di II, II e III livello, ma che prevede l’impiego di gameti interni alla coppia, quindi ovociti della donna e spermatozoi dell’uomo: la scelta di utilizzare una delle tre tecniche varia a seconda del grado e del tipo di infertilità della coppia. La fecondazione eterologa, invece, fa riferimento all’uso di gameti esterni alla coppia stessa: quindi, ovociti e/o sperma che sono stati precedentemente donati e che quindi vengono utilizzati per ovviare ad un problema di infertilità più evidente.
Le differenze tra le due tipologie di fecondazione erano, fino a qualche tempo fa, soprattutto di carattere etico, tanto è vero che la Legge 40/2004 (che è stata in parte smantellata con la sentenza numero 162 della Corte Costituzionale in materia di fecondazione assistita) vietava il ricorso all’eterologa in Italia. La conseguenza era che le coppie che avevano l’unica possibilità di affidarsi alla donazione (e l’uso) di gameti esterni, erano costrette a fare riferimento alle nazioni estere.
Ad oggi, il ricorso alla fecondazione omologa ed a quella eterologa continua tuttavia a mostrare delle differenze sostanziali, anche per quel che concerne i tempi di attesa: mentre i tempi per la fecondazione omologa sono calcolati, in linea di massima, in un totale di circa 8 mesi, quelli per la fecondazione eterologa richiedono un tempo maggiore, che arriva anche a 12 mesi.
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