Diagnosi prenatale importante: perché sottoporsi a screening

Diagnosi prenatale importante: dice molto sulla salute del feto

Ciao a tutte le pancine e le future mamme, e bentornate nel nostro appuntamento settimanale del venerdì con la rubrica dal titolo Mamma si diventa! Oggi, nella nostra rubrica interamente dedicata alle mamme ed alle donne in cerca di un bebè, vogliamo trattare un argomento delicato ma importante, che è la possibilità di individuare eventuali patologie nel feto prima ancora della nascita del bambino: parliamo di diagnosi prenatale, importante perché consente di identificare la presenza di malattie di vario tipo!

Screening o diagnosi prenatale, cos’è, e perché sottoporsi a screening?

Molti anni fa, le nostre nonne partorivano in maniera decisamente diversa rispetto a quanto accade al giorno d’oggi: i controlli preparto erano molti di meno, così come i corsi che preparavano al travaglio, con conseguenze abbastanza importanti per la salute della mamma e del bebè. Spesso, infatti, non si riusciva a comprendere l’eventuale presenza di patologie del feto o di problemi che avrebbero potuto creare conseguenze importanti anche per la mamma, e ciò spesso era garanzia di morte o di gravi problemi di salute.

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Diagnosi prenatale importante: perché sottoporsi ad esami e test invasivi e meno invasivi per scoprire eventuale presenza di patologie.

Oggi, invece, sia grazie ad una sempre maggiore sensibilizzazione su questi temi, sia grazie all’avanzare delle conoscenze scientifiche e mediche, le future mamme hanno a disposizione un’intera branca della medicina che è dedicata alla diagnosi prenatale per scoprire se il feto è sano o se è portatore di alcune patologie.

Lo screening prenatale – che non è sempre obbligatorio ma in alcuni casi è vivamente consigliato – può essere composto di esami invasivi o non invasivi, a seconda del tipo di analisi che si effettua: tra gli esami invasivi, si ricordano amniocentesi e villocentesi – volte a individuare problemi come la Sindrome di Down, ma anche malattie genetiche come talassemia, fibrosi cistica, spina bifida e distrofia muscolare – mentre gli esami non invasivi possono essere l’ecografia morfologica, il test combinato (bitest e translucenza nucale), oppure il test prenatale non invasivo che analizza il DNA fetale libero circolante.

In alcuni casi è consigliato sottoporsi direttamente agli esami invasivi (ad esempio oltre una certa soglia di età materna, oppure nel caso di genitori portatori di malattie), mentre in altri casi si può partire dall’esame non invasivo, salvo approfondire in casi importanti.

La prevenzione è importante, e sottoporsi agli esami in gravidanza ancora di più! Arrivederci al prossimo appuntamento con la rubrica dal titolo Mamma si diventa!

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Fecondazione Eterologa Italia

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