Aiuto dalla PMA: molte “vip” ricorrono alla procreazione assistita, ma non lo dicono
Quando l’età della donna avanza e supera, quindi, la cosiddetta età fertile o è prossima a superare questo importante ostacolo, un aiuto dalla PMA può rappresentare la strada giusta specialmente quando il bisogno di avere un figlio è forte ma non si ha alcuna possibilità di far nascere un bebè in maniera naturale e spontanea. Non solo molte donne poco conosciute, ma anche molte “vip” – donne dello spettacolo – si affidano alla procreazione medicalmente assistita come metodo per provare ad ottenere una gravidanza. E quando ci riescono, è sempre una gioia, ma spesso non ammettono di aver utilizzato le tecniche innovative della fecondazione artificiale.
Gravidanza ottenuta con aiuto dalla PMA, ma non si dice: vergogna e inferiorità sono alla base di questi comportamenti
Il fatto di non ammettere o comunque di non pubblicizzare in qualche modo la fecondazione assistita è certamente un fatto comune: si tratta, infatti, di un fenomeno alquanto diffuso che deriva sostanzialmente dalla vergogna, dal senso di inferiorità di una donna che, in maniera naturale e con le sue sole forze – con la sua sola capacità fertile – non riesce ad ottenere una gravidanza.
È, questo, un fenomeno che è stato peraltro largamente raccontato dall’American Society for Reproductive Medicine e che fa certamente riflettere: nel corso del Congresso annuale in Texas, medici ed esperti hanno molto discusso in merito a questo fenomeno, sottolineando tra l’altro come solo poche donne ammettono di aver fatto ricorso alle innovative tecniche della scienza per avere un figlio. Nello specifico, dalle indagini è emerso che di 240 interviste, solo due hanno dichiarato di essersi affidate alla PMA: è quanto emerge dal Guardian, rivista online che ha molto sottolineato anche quanto sia importante – nel senso negativo – la disinformazione che emerge e che viene in questo campo sempre più alimentata proprio a causa di questi comportamenti.
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