test gravidanza

Pagina revisionata e aggiornata il 25/07/2016

Quando e come si effettua il test di gravidanza e quali i valori di Beta-HCG?

Quando ci si sottopone alla fecondazione eterologa e/o ovodonazione per ottenere una gravidanza in maniera non naturale, ovvero attraverso inseminazione artificiale, è necessario attendere un lasso di tempo prima di conoscere il risultato delle procedure di fecondazione assistita. Un esame molto importante, che viene effettuato proprio per determinare la presenza di gravidanza, è quello dell’ormone Beta-HCG: questo ormone determina la presenza (o meno) di una gravidanza in atto.

 

I valori delle beta: cosa sono e cosa indicano?

Si chiamano valori delle beta quei valori che indicano la presenza, nel sangue, dell’ormone beta-hCG: si tratta di quell’ormone che viene prodotto dall’embrione, e che viene inviato attraverso la placenta come primo segnale della gravidanza in atto.
Questi valori indicano pertanto la possibilità che l’impianto abbia avuto esiti positivi: un eventuale valore positivo deve comunque essere affiancato ad un’ecografia, per individuare la reale presenza di gravidanza in atto.
Questi valori vengono misurati anche in presenza di una gravidanza ordinaria – non ottenuta con fecondazione assistita – però la loro importanza è moltiplicata quando si parla di riproduzione eterologa: infatti, l’ormone è il primo segnale dell’avvenuta gestazione, ed è per questo motivo che esso assume una certa rilevanza in seguito alle procedure di fecondazione artificiale.

Quando si effettua un esame delle beta?

In generale, l’ormone beta-hCG viene misurato con un semplice esame del sangue quando vi è una possibilità di gravidanza; in condizioni ‘normali’, ovvero non di una coppia che ha ricorso alla fecondazione eterologa o ovodonazione, esso può essere misurato dopo aver effettuato un test di gravidanza i cui esiti sono stati positivi.
La questione cambia quando si parla di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologa: poiché nel caso della fecondazione eterologa ed omologa la gravidanza è ‘ricercata’ attraverso specifiche tecniche, è necessario ottenere il prima possibile delle informazioni precise in grado di chiarire l’eventualità che l’impianto sia correttamente avvenuto.
In genere, quindi, si attendono circa quattordici giorni dopo il trasferimento embrionale o l’inseminazione artificiale: trascorsi questi giorni, si effettua questo esame del sangue atto a misurare i livelli dell’ormone beta nel sangue. Se il valore è positivo, questo è un primo segnale che viene inviato dall’embrione.
 

Quali sono i valori da tenere in considerazione?

Si parla di risultato positivo quando è superiore a 8 unità internazionali, in ogni caso, questo valore può essere leggermente variabile a seconda dei valori di riferimento del laboratorio, ed è comunque sempre consigliato ed importante che ogni caso venga valutato individualmente, anche sulla base del momento in cui viene effettuato l’esame.
Infatti, se in generale l’esame viene eseguito al 14esimo giorno, questa non è una regola valida per tutte le cliniche: in alcuni casi, l’ esame viene effettuato dopo 13 giorni, pertanto anche questo è un fattore importante a cui fare riferimento.
 

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Cosa succede in caso di valori molto elevati?

Sappiamo che, in generale, la presenza di un certo valore indica la presenza dell’impianto avvenuto, e ci comunica, quindi, che la gravidanza è in atto. Non ci fornisce però ulteriori informazioni che invece saranno ottenibili solo in seguito ad ecografia.
In ogni caso, a fronte di cifre elevate di Beta, è possibile che sia in atto una gravidanza gemellare, ma si tratta comunque di un dato che deve essere supportato da esami più approfonditi, come appunto l’ecografia.
 

La riprova: il secondo esame delle beta

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La rilevazione delle Beta-HCG viene eseguita per avere la certezza di aspettare un bambino.

Quando il primo esame del sangue ha rivelato la presenza di gravidanza – con valore beta positivo – in genere viene effettuato un secondo esame dopo circa 48 o 72 ore, sia per monitorare i valori e la loro eventuale evoluzione, sia per comprendere in che modo evolve la gravidanza.
Trascorsi due giorni dal primo esame, è abbastanza comune che i valori dell’ormone siano raddoppiati, ma se ciò non succede ed in particolare se, al contrario, essi diminuiscono ciò potrebbe rappresentare un segnale importante per la gravidanza. Potrebbe significare, infatti, che la gravidanza non sta procedendo correttamente; se i valori delle beta rimangono stabili, ciò potrebbe invece essere indice del fatto che si è di fronte ad una gravidanza ectopica, una gravidanza che si è verificata all’esterno dell’utero.
 

È possibile sottoporsi all’analisi delle beta prima dei 14 giorni?

Ovviamente nulla vieta di farlo, ma è comunque un comportamento inutile e controproducente: se si effettuano queste analisi prima dei 14 giorni, c’è il rischio che l’attività embrionale non sia stata evidenziata e, pertanto, che il risultato sia falsato e negativo, a prescindere dal fatto che si sia o meno incinta.
Una volta superati i 14 giorni dal trasferimento embrionale, è possibile eseguire l’esame delle beta senza alcun timore: si tratta sempre di risultati affidabili, che determinano la presenza della gravidanza in atto.
 

L’ecografia conferma le analisi

Quando il valore delle beta è positivo, bisogna comunque attendere due o tre settimane prima di sottoporsi all’ecografia: quando il valore delle beta ha superato le 1000 unità, è quindi possibile effettuare la prima ecografia che darà la conferma della corretta evoluzione della gravidanza.