Certo. L’ovodonazione può essere eseguita anche a donne senza un compagno ed in questo caso ci sarà una doppia donazione sia di ovociti che di sperma.

Assolutamente si. Anche in menopausa si può ricorrere all’ovodonazione in quanto con un appropriato piano terapeutico si può far crescere l’endometrio per renderlo idoneo a ricevere gli embrioni fecondati.

Questo dipende dalle leggi dello stato in cui la clinica ha sede. Per stati come Ucraina, Polonia, Romania, Cipro ad esempio non ci sono vincoli legati all’età; in Repubblica Ceca ad esempio l’età massima è 48 anni mentre in Spagna ed in Grecia 50 anni. Tutto questo sempre se lo stato di salute della ricevente lo consente .

Certo. In questo caso si parla di embriodonazione.

Le cliniche parlano in genere del 55-60% di riuscita con due embrioni trasferiti; l’unica cosa certa è che l’utilizzo di donatrici giovani e selezionate dà buone garanzie di ottenere una gravidanza.

No. La gravidanza è del tutto identica a quella naturale l’unica differenza è che per i primi tre mesi spesso vi è una terapia progestinica che la clinica stessa raccomanda per il buon esito della gravidanza.

Questo è soggettivo e dipende anche da quanti embrioni di buona qualità sono disponibili. Con l’inserimento di più embrioni bisogna tenere presente la possibilità di gravidanze gemellari. Ovviamente più embrioni vengono trasferiti più le percentuali che almeno uno attecchisca aumentano.

Il pick up è il giorno in cui l’ovocita (prelevato dalla donatrice) e lo sperma vengono messi insieme e fecondati in vitro.

Il giorno del transfer è il giorno in cui vengono trasferiti gli embrioni nel corpo della ricevente. A seconda della giornata in cui vengono trasferiti gli embrioni possono chiamarsi morule ( embrioni trasferiti in terza o quarta giornata) o blastocisti ( embrioni trasferiti in quinta/sesta giornata).

Certamente. Prima di impiantare gli embrioni l’endometrio dovrà avere uno spessore tra gli 8 e i 12 mm , di struttura regolare e trilaminare.

No il transfer non è affatto doloroso; si può equiparare all’esecuzione del pap test eseguito dal ginecologo. Viene inserito lo speculum e successivamente tramite cannule vengono iniettati gli embrioni; in genere tutto questo viene eseguito insieme ad un ecografia pelvica in modo tale che il medico potrà valutare dove posizionare gli embrioni. Tutto questo avverrà in massimo 10 minuti.

Dopo il transfer la ricevente deve osservare particolari accortezze per preservare e far sviluppare gli embrioni appena impiantati. Dovrà seguire il piano terapeutico della propria clinica considerando che i 14 giorni successivi al transfer sono i più delicati per il buon esito del trattamento.

Si. Prima del transfer c’è la terapia detta di sincronizzazione con la donatrice, ovvero la ricevente tramite farmaci soppressori viene messa in uno stato di menopausa per far si che non possa produrre alcun ovocita e poi successivamente tramite estrogeni viene spinto l’endometrio ad aumentare di spessore per renderlo ottimale al ricevimento degli embrioni fecondati. Dopo il transfer, a seconda delle cliniche, c’è un piano terapeutico che prevede l’utilizzo di progesterone fino al terzo mese di gravidanza con BETA HCG positive ( esame del sangue eseguito intorno al 14° giorno post transfer che attesta l’instaurarsi di una gravidanza).

La crioconservazione è la conservazione in azoto liquido degli embrioni che spesso risultano eccedenti in un trattamento e che con l’ibernazione potranno essere utilizzati successivamente.

I costi della fecondazione eterologa possono variare da clinica a clinica. In genere per un singolo trattamento il costo può aggirarsi su € 5000 ma ci sono anche cliniche che effettuano pacchetti comprendenti più trattamenti il cui costo scende notevolmente. I prezzi più bassi sembrano essere verso i paesi dell’est.

L’embrioriduzione è la soppressione mediante una puntura di cloruro di potassio di uno o più feti. Ciò può avvenire quando, in caso di gemelli, uno di loro è affetto da una patologia grave, o quando a seguito del trasferimento di tre/quattro embrioni, questi attecchiscano tutti; in quest’ultimo caso ci potrebbero essere gravi conseguenze sulla salute della madre e dei feti stessi e la riduzione sarebbe l’unica soluzione.

A seconda delle leggi dello Stato in cui viene eseguito il trattamento si può avere più o meno scelta sulle donatrici. In Spagna ad esempio è la stessa clinica che sceglie in base al cariotipo della ricevente la donatrice più idonea; in Ucraina ad esempio vi è la possibilità di scegliere su un database in cui vi è la foto, l’età, l’altezza , il peso, la donatrice che più corrisponde alle esigenze della coppia.